Lo sperimenta l'ordine degli avvocati di Bari counvolgendo gli altri ordini della regione

di Gabriella Lax - Un fondo da 800mila euro per gli avvocati per avere rimborsi delle spese per coprire tutte le necessità dei figli, da richiedere attraverso un app per smartphone e computer. Non è sempre facile riuscire a conciliare la vita da genitore e la professione di avvocato, in un periodo di difficoltà economiche: per questo l'Ordine degli Avvocati di Bari mette in campo 'WeAvv', progetto di conciliazione vita-lavoro che coinvolge anche gli Ordini territoriali di Lecce, Taranto, Brindisi, Trani e Foggia. Con un finanziamento di 824mila euro dal "Fondo Pubblico Privato per il sostegno ai genitori", garantito dall'Assessorato al Welfare della Regione Puglia.

Da oggi le domande di accesso al fondo per gli avvocati aventi i requisiti

Da oggi è possibile presentare domanda di accesso al Fondo per gli iscritti e i praticanti abilitati, purché abbiano almeno un figlio ed un reddito Isee del nucleo familiare non superiore a 40mila euro. In base alla tipologia di spesa potranno essere erogati fino a 1.200 euro l'anno per le spese dei minori (prestazioni di cura, baby sitter), trasporto e mensa collegati alle attività scolastiche, spese formative, sportive e ludiche, recupero e sostegno scolastico e acquisto di testi. E ancora reddito di maternità (contributo una tantum fino a 2mila euro) e di integrazione al reddito di indennità paternità, con un contributo richiedibile fino a 2mila euro per gli avvocati con reddito inferiore ai 14mila euro annui. Per l'accesso ai fondi verranno create delle speciali graduatorie che terranno conto della presenza di figli disabili, di famiglie con più figli e di eventuali adozioni.

Il progetto è coadiuvato da un'app per smartphone e tablet che permetterà di accedere facilmente non solo alla modulistica per la richiesta dei contributi, ma anche informazioni su eventi organizzati, come i workshop, che si avvarranno in Puglia del contributo dell'associazione Città dei bimbi.

L'idea della Puglia potrebbe essere esportata in altre regioni italiane.


Foto: 123rf.com
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