Ecco perché l'applicazione della direttiva fa paura agli ambulanti. Rinvio al 2020 chiesto a gran voce

di Lucia Izzo - Viene chiesto a gran voce da più fronti il rinvio al 2020, da parte dei Comuni, dell'applicazione della direttiva Bolkestein relativa agli ambulanti, recepita in Italia nel 2010. 

La sospensione avrebbe "l'obiettivo di arrivare a un'uniformità dei bandi e soprattutto delle scadenze che attualmente  sono diversificate dal 2017 al 2020": così si esprime il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia), a seguito del parere dell'Autorità Garante per la concorrenza e il mercato sulla cosiddetta "Bolkestein".


Il Garante, infatti, ha dato parere contrario e contestato i criteri e le procedure stabiliti dell'intesa Stato-Regioni con i quali i Comuni stanno provvedendo alla pubblicazione dei bandi per l'assegnazione delle concessioni nei mercati


In tal modo, tuttavia, si è andata a creare, precisa Marco Cigni, Segretario Fivag-Felsa Cisl di Firenze "una situazione destabilizzante per la categoria degli ambulanti e di confusione tra i comuni", molti dei quali, infatti, avrebbero già pubblicato i bandi, in modo caotico e diverso l'uno dall'altro.


Con l'intervento dell'Autorità, a mezzo di un parere formalmente inviato il 15 dicembre al Ministero dello Sviluppo Economico, alla Conferenza Unificata Stato Regioni ed alla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, le richieste di immediata sospensione della direttiva Bolkestein diventano ancora più numerose e rigorose.


Il rinvio al 2020 consentirebbe, infatti, di adottare bandi comunali che mantengano i requisiti di anzianità ed esperienza pregressa, per evitare che un interno comparto (in Italia si parla di 196.000 attività e circa 1 milione di soggetti) possa essere travolto socialmente ed economicamente dagli effetti di una procedura "liberalizzatrice", ovverosia "che fondi di investimento e multinazionali arrivino  (...) a fare shopping di banchi e chioschi. Ne va del  destino di migliaia di famiglie" puntualizza Stella con riferimento alla Toscana, regione del centro nord con la più elevata densità di esercizi ambulanti rispetto alla popolazione residente

Cos'è la direttiva Bolkestein?

Sono molte le proteste dei cittadini succedutesi negli ultimi tempi in molte città italiane contro la messa a bando delle licenze e contro la direttiva dell'Unione Europea 2006/123/CE, conosciuta come direttiva Bolkestein e relativa ai servizi nel mercato europeo comune. Approvata ed emanata nel 2006, la direttiva prende il nome dal suo curatore e sostenitore, l'ex commissario europeo per la Concorrenza e il Mercato interno, Frits Bolkestein. 


Il provvedimento mira a garantire la libera circolazione dei servizi all'interno dell'Unione Europea, tramite un processo di semplificazione e liberalizzazione: in tal modo, ogni cittadino appartenente all'UE potrà proporre la propria attività liberamente e senza barriere nei vari paesi comunitari, bypassando procedure burocratiche discriminatorie, espletando le formalità via internet e affidandosi a sportelli unici.


La "novità" che ha ingenerato maggiori critiche e le proteste riguarda l'applicazione della direttiva agli ambulanti che, recepita dal governo italiano con decreto legge nel 2010, rimette a bando tutte le concessioni per il commercio su area pubblica entro il maggio 2017.


In sostanza, l'autorizzazione per il commercio su aree pubbliche potrà essere rilasciata, oltre che a persone fisiche e a società di persone, anche a società di capitali regolarmente costituite o a società cooperative. Una scelta che andrà a danneggiare inevitabilmente i piccoli ambulanti, poichè le licenze potranno essere rilasciate ai colossi della distribuzione (S.p.A. e S.r.l.) che fagociteranno le piccole imprese e quelle a regime familiare.


Il recente parere dell'Autorità Garante, va a minare seriamente la pubblicazione dei bandi da parte di Comuni, stante criteri fortemente contestati.



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