Guida al concorso in magistratura: requisiti per l'accesso e svolgimento della prova

Concorso in magistratura

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Diventare magistrato è un sogno che i giovani perseguono sovente con ambizione, nella speranza di poter accedere ad un impiego che consenta loro di offrire il contributo all'amministrazione della giustizia del Paese e servire lo Stato con diligenza e onore. L'iter che conduce tuttavia al coronamento del sogno è lungo e costellato di una serie di step che devono essere superati, anche solo per accedere al concorso, che è uno dei più complessi e richiede una preparazione che la semplice cultura ottenuta durante il percorso universitario non è sufficiente ad offrire.

Di conseguenza il candidato che intenda accedere al concorso in magistratura dovrà dedicarsi ad un periodo di studio intenso, contraddistinto da letture notevolmente più complesse rispetto a quelle affrontate nel corso degli studi in giurisprudenza ragion per cui, considerata l'alta aleatorietà degli esiti, sarebbe opportuno non precludersi ulteriori opportunità professionali. Con la presente guida si tenterà di offrire un prospetto di quello che è l'iter del concorso, soffermandosi sui requisiti che sono stati individuati negli ultimi bandi di concorso.

La formazione necessaria

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Requisiti preliminari ai fini dell'accesso al concorso sono pertinenti allo status e, di conseguenza, è necessario: essere cittadino italiano; avere l'esercizio dei diritti civili; essere di condotta incensurabile; essere fisicamente idoneo all'impiego a cui si aspira; essere in posizione regolare nei confronti del servizio di leva al quale sia stato eventualmente chiamato; non essere stati dichiarati per tre volte non idonei nel concorso per esami alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda.

Ovviamente il primo step da raggiungere è la laurea in Giurisprudenza. Il corso di laurea deve essere di durata almeno quadriennale ma da solo non è sufficiente! Possono accedere al concorso magistrati amministrativi e contabili e procuratori dello Stato che non siano incorsi in sanzioni disciplinari; dipendenti dello Stato con qualifica dirigenziale appartenenti alla posizione area C e che abbiano assunto l'incarico per un posto per il quale era necessaria la laurea in giurisprudenza, salvo che non si trattasse di seconda laurea; docenti universitari in materie giuridiche ed in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza (e non incorsi in sanzioni disciplinari); per i dipendenti della pubblica amministrazione il Ministero della Giustizia
ha chiarito che possono accedere al concorso "dipendenti, con qualifica dirigenziale o appartenenti alla ex area direttiva, della pubblica amministrazione, degli enti pubblici a carattere nazionale e degli enti locali, che hanno costituito il rapporto di lavoro a seguito di concorso per il quale era richiesto il possesso del diploma di laurea in giurisprudenza conseguito, salvo che non si tratti di seconda laurea, al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni, con almeno cinque anni di anzianità nella qualifica o, comunque, nelle predette carriere e che non sono incorsi in sanzioni disciplinari"; avvocati che non siano incorsi in sanzioni disciplinari se iscritti all'albo o comunque anche semplici abilitati all'esercizio della professione forense; coloro i quali abbiano svolto la funzione di magistrato onorario; laureati in giurisprudenza che abbiano conseguito il diploma di specializzazione presso una Scuola di specializzazione per le professioni legali; laureati che abbiano conseguito il diploma di specializzazione in una disciplina giuridica a seguito della frequenza di un corso di durata almeno biennale; conseguimento del titolo di dottore di ricerca in una disciplina giuridica e, da ultimo come da recente novella legislativa, "laureati che hanno conseguito la laurea in giurisprudenza a seguito di un corso universitario di durata almeno quadriennale e che hanno concluso positivamente lo stage presso gli uffici giudiziari o hanno svolto il tirocinio professionale per diciotto mesi presso l'Avvocatura dello Stato, ai sensi dell'art. 73 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, nel testo vigente a seguito dell'entrata in vigore del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito con legge 11 agosto 2014, n. 114".

Le prove da sostenere al concorso

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Le prove scritte consistono nell'elaborazione di tre temi di carattere teorico sulle seguenti discipline: diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo. I candidati che superano le prove scritte sono ammessi alle prove orali che consistono nella dissertazione sulle seguenti discipline: procedura civile, diritto penale, procedura penale, diritto amministrativo, costituzionale e tributario, diritto commerciale e fallimentare, diritto del lavoro e della previdenza sociale, diritto comunitario, diritto internazionale pubblico e privato, elementi di informatica giuridica e di ordinamento giudiziario, colloquio su una lingua straniera scelta fra le seguenti: inglese, francese, spagnolo e tedesco.

Conclusioni

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Il concorso, come argomentato in premessa, è particolarmente complesso. È necessario infatti avere affrontato un periodo di studi intenso e contraddistinto da approfondimenti mirati sia di carattere dottrinale che giurisprudenziale, conoscendo dunque sia la posizione degli autori più influenti che le pronunce della Suprema Corte e della giurisprudenza di merito. Per tutti i candidati che intendessero intraprendere il percorso dunque… in bocca al lupo!

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Daniele PaolantiDaniele Paolanti - profilo e articoli
E-mail: daniele.paolanti@gmail.com Tel: 340.2900464
Vincitore del concorso di ammissione al Dottorato di Ricerca svolge attività di assistenza alla didattica.

Foto: 123rf.com
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