Emanato il decreto Canzio anti-lungaggini, sulla motivazione sintetica dei provvedimenti civili

di Marina Crisafi - Motivazione sintetica nei provvedimenti civili e moduli tipo diffusi ai magistrati delle varie sezioni che fungano da esempio per la redazione delle sentenze. È questa la soluzione adottata dalla Cassazione, con il decreto n. 136/2016 firmato dal primo presidente Canzio (qui sotto allegato), per ridurre le pendenze e la durata media, non ragionevole, dei processi civili.

In un contesto che vede oltre 100mila procedimenti pendenti, si impone "di adottare prassi lavorative più rapide e idonee a far fronte alla mole delle sopravvenienze e al formarsi progressivo di arretrato, nonché a contenere i tempi di trattazione dei procedimenti entro termini di durata ragionevole" si legge nel decreto.

Per questo, il presidente ha deciso di intervenire ricordando che i provvedimenti della Corte devono essere improntati ai canoni di: "1) chiarezza ed essenzialità; 2) stretta funzionalità dell'iter argomentativo alla decisione; 3) assenza di motivazioni subordinate, di obiter dicta e di ogni enunciazione che vada oltre ciò che è indispensabile alla decisione; 4) puntualità dei richiami ai precedenti della giurisprudenza di legittimità".

Inoltre, "la valenza nomofilattica del provvedimento deve essere individuata in sede di deliberazione della decisione in Camera di consiglio, esplicitata in motivazione e documentata mediante indicazione specifica nello statino/dispositivo e nell'oggetto dell'intestazione" e il provvedimento deve evidenziare le questioni di diritto ed esporre il percorso argomentativo per giungere all'enunciazione del relativo principio. Per tutti gli altri provvedimenti, invece, occorre adottare tecniche più snelle di redazione motivazionale, esponendo i fatti di causa in modo estremamente "conciso e funzionale" e omettendo l'esposizione dei motivi di ricorso.

Alla luce di queste esigenze, il decreto dispone pertanto che i presidenti delle sezioni e dei collegi giudicanti curino "che in sede di deliberazione della decisione sia effettuata la valutazione in ordine al valore nomofilattico del provvedimento;
che la redazione dei provvedimenti sia conforme ai canoni sopra indicati e che ne sia esplicitata in motivazione e documentata, attraverso indicazione specifica nello statino/dispositivo e nell'intestazione la valenza nomofilattica;
che la tecnica redazionale prescelta sia comunque commisurata al grado di complessità delle questioni".


I presidenti, inoltre, devono tenere conto della capacità dei singoli magistrati di redigere sentenze in forma sintetica in sede di predisposizione del rapporto informativo sugli stessi e comunicare trimestralmente alla presidenza il numero delle sentenze redatte.

A tal fine, i presidenti vengono invitati "a curare la predisposizione e la diffusione di provvedimenti-tipo idonei a fungere da esempio di motivazione semplificata" e viene conferita delega, di concerto con il direttore del Ced, per far partire la sperimentazione di tale tecnica redazionale approntando appositi moduli informatici.

Decreto Canzio n. 136/2016

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