Commento alla sentenza del Tar Calabria n. 1124 del 20.11.2015

Avv. Francesco Pandolfi - A volte le peripezie di chi si vede respinta l'istanza di rinnovo del porto d'armi per difesa personale possono essere parecchie, specie se la Prefettura esagera vietando anche la detenzione armi e sottoponendole pure a sequestro.


L'argomento è ricorrente e molte persone si sono trovate in questa spiacevole situazione.


La cosa che da più fastidio è che questi provvedimenti così drastici sono ingiusti (e dannosi) tanto quanto le fragili motivazioni amministrative sottostanti.

Per esempio, nel caso in commento il Prefetto rigetta l'istanza di rinnovo del porto d'armi per difesa personale ad una persona incensurata e che ha la licenza dal 1980.


La sua "colpa", a quanto pare, è quella di convivere con una donna che ha un figlio con procedimenti penali presso il tribunale dei minori e, inoltre, la stessa compagna ha avuto dei litigi con il vicinato.


Inutile dire che l'interessato vuole assolutamente il ricorso.


In causa spiega che si tratta di episodi di una tale tenuità da sembrare pressoché inesistenti.


Inoltre mette in risalto la sua professione, quella di investigatore privato.


A questo punto, dopo l'accoglimento della sua domanda cautelare, cosa succede in giudizio?


Vediamo più da vicino come va a finire.


Il parere del Tribunale


Finisce bene: la sentenza del Tar è favorevole per il ricorrente.

L'argomento che subito balza agli occhi è che Ministero e Prefettura si sono convinti, sbagliando, del peso di alcuni episodi penali diciamo "collaterali".

In effetti: la convivente non abita più con il ricorrente.

E questo è un primo importante fatto.

Poi, il procedimento penale del minorenne si è concluso con una sentenza di non luogo a procedere, e questo è un altro fatto decisivo.

Ancora, l'interessato svolge un lavoro, quello di investigatore privato, che richiede una valutazione accurata degli interessi in gioco, cosa che purtroppo nel caso specifico è mancata.

Infine, non ha avuto modo neppure di partecipare attivamente al procedimento amministrativo, visto che non gli è stato comunicato l'atto di avvio.


In pratica, in casi simili


Nel ricorso chiedere la sospensione e l'annullamento del decreto prefettizio di rigetto dell'istanza di rinnovo del porto d'armi per difesa personale.

Anche qui, non impugnare il rigetto può essere un problema serio.

Conviene agire.


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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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