Il legale ha facoltà di chiedere un salario più alto se giustificato dalla straordinaria complessità della pratica

di Lucia Izzo - Il legale ha facoltà di chiedere al proprio cliente un onorario ben più alto della media, raddoppiato o addirittura quadruplicato, in presenza di determinate circostanze. Vediamo quali.


L'art. 5 del D.M. 127/2004, precisava che "Nelle cause di particolare importanza per le questioni giuridiche trattate la liquidazione degli onorari a carico del soccombente può arrivare fino al doppio dei massimi stabiliti".


La valutazione della particolare o addirittura straordinaria importanza, complessità, difficoltà della pratica è rimessa al prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui discrezionalità già si esplica nella determinazione del compenso sulla base dei medesimi parametri, tra i minimi e i massimi stabiliti nella tabella allegata alla tariffa stessa.


Attualmente, è in vigore il decreto del 10 marzo 2014, n. 55 "Regolamento recante la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense, ai sensi dell'articolo 13, comma 6, della legge 31 dicembre 2012, n. 247" che stabilisce all'art. 4 che "ai fini della liquidazione del compenso si tiene conto delle caratteristiche, dell'urgenza e del pregio dell'attività prestata, dell'importanza, della natura, della difficoltà e del valore dell'affare, delle condizioni soggettive del cliente, dei risultati conseguiti, del numero e della complessità delle questioni giuridiche e di fatto trattate".

La norma aggiunge che "In ordine alla difficoltà dell'affare si tiene particolare conto dei contrasti giurisprudenziali, e della quantità e del contenuto della corrispondenza che risulta essere stato necessario intrattenere con il cliente e con altri soggetti" e che "Il giudice tiene conto dei valori medi di cui alle tabelle allegate, che, in applicazione dei parametri generali, possono essere aumentati, di regola, fino all'80 per cento, o diminuiti fino al 50 per cento. Per la fase istruttoria l'aumento è di regola fino al 100 per cento e la diminuzione di regola fino al 70 per cento".


La possibilità di raddoppiare il compenso, è stata anche avallata dalla giurisprudenza di legittimità: se la Corte di Cassazione, nell'ordinanza n. 2863/2014, aveva chiarito che nella determinazione degli onorari rientra anche la valutazione dei risultati e dei vantaggi conseguiti dal cliente, la seconda sezione civile, nella recente sentenza n. 1202/2016 ha ulteriormente precisato che "Gli avvocati possono richiedere che gli onorari siano raddoppiati o addirittura quadruplicati, ma è necessario che sussistano elementi che giustifichino tale pretesa e da cui emerga la complessità, importanza o difficoltà della pratica".


Il Collegio spiega anche che a fronte della possibilità di raddoppiare o quadruplicare gli onorari, il potere discrezionale di stabilire che una controversia si presenti di straordinaria importanza e possa, quindi, anche consentire il raddoppio dei massimi tariffari va giustificato, come in tutti i casi di uso di un potere discrezionale extra ordinem.


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