Il Governo è al lavoro per abolire lo strumento già a partire dalle dichiarazioni del 2016

di Marina Crisafi - Presto avvocati e professionisti potranno dire addio ad uno degli strumenti meno amati per la determinazione dei compensi: gli studi di settore.

Il Governo è infatti al lavoro per l'abolizione già a partire dalle dichiarazioni di quest'anno e ad annunciarlo, come riportato oggi sulle colonne del Sole 24 Ore, sarà lo stesso vice ministro dell'economia con delega alle finanze, Luigi Casero, nel corso di un'intervista a Telefisco.

L'abolizione probabilmente arriverà con un correttivo alla delega fiscale, cui seguirà un'accelerazione della fatturazione elettronica, per comunicare al fisco periodicamente e telematicamente tutte le fatture.

Ma non solo. L'intervento di semplificazione per tutti i liberi professionisti andrà ben oltre l'abolizione di Gerico, puntano ad abbattere i 204 modelli esistenti che saranno aggregati e ridotti nel numero e destinati a una platea di più di 3 milioni di contribuenti.

Saranno abbandonati progressivamente gli attuali 2mila gruppi omogenei di elaborazioni statistiche (i cluster) per abbracciare i Mob (modelli organizzativi di business).

In arrivo, dunque, una vera rivoluzione, per i professionisti, fortemente auspicata dagli Ordini che, da sempre, hanno contestato l'attendibilità degli studi di settore, la cui applicazione non sempre riesce ad evidenziare una stretta relazione tra le spese sostenute e i compensi percepiti.

La semplificazione viaggerà in contemporanea con altri punti delle linee guida illustrate per il prossimo triennio dal Mef, che, in un'ottica di collaborazione tra fisco e contribuenti, vedrà anche una spinta alla fatturazione elettronica e una sfoltita dei c.d. "micro-balzelli" che costano più del servizio erogato (come il bollo per il passaporto, la tassa sulle targhe automobilistiche, ecc.).


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