La fusione tra Pubblico Registro Automobilistico e Motorizzazione civile è realtà, ma necessita di decreti attuativi per diventare operativa

di Lucia Izzo - La Riforma della Pubblica Amministrazione è ormai legge e numerose sono le novità predisposte per ottimizzare il settore pubblico italiano (per approfondimenti: La riforma della P.A. è legge. Ecco tutte le novità e il testo definitivo).

Nel ddl approvato il 4 agosto scorso, numerose strutture sono state sottoposte ad un'attenta ristrutturazione e tra queste rientra il Pubblico Registro Automobilistico (PRA) che non sarà più sotto il controllo e la gestione dell'ACI (Automobile Club d'Italia), ma confluirà al Ministero dei Trasporti che già gestisce i servizi della motorizzazione.

In molti speravano nella rimozione del PRA, dati i costi esponenziali di un servizio sostanzialmente analogo, in termini di funzioni, alla Motorizzazione civile.

Ma il Pubblico Registro è sopravvissuto ancora una volta, dopo i tentativi di Carlo Cottarelli (allora commissario della spending review) prima e del Governo Monti poi, che, in sostanza, finì per aumentare i costi delle pratiche automobilistiche mantenendo saldi gli interessi dell'Aci e costringendo ancora gli automobilisti italiani a rivolgersi a due soggetti separati (Motorizzazione e Pra) per ottenere la carta di circolazione e il certificato di proprietà.

Ora, la riforma, sostenuta dal ministro Marianna Madia, ha sancito definitivamente la fusione tra PRA e Motorizzazione allo scopo di ridurre in questo modo i costi connessi alla gestione dei dati relativi alla proprietà e alla circolazione dei veicoli, realizzando significativi risparmi per l'utenza.

La riforma prevede di garantire e approntare un'unica banca dati destinata alla gestione della proprietà e della circolazione, e di conseguenza anche il tanto atteso documento unico di circolazione contenente i dati tenici e i dati giuridici del veicolo di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi.

I due distinti Enti, PRA e Motorizzazione Civile, dovranno lavorare in maniera coordinata, permettendo "il collegamento e l'interoperabilità dei dati detenuti dalle diverse strutture, riorganizzando, anche mediante eventuale accorpamento, le funzioni svolte dagli uffici del Pubblico registro automobilistico e dalla Direzione generale per la motorizzazione del Ministero".

Ma per vedere realizzata la novità bisognerà aspettare ancora un pò di tempo.

La riforma richiede necessariamente una serie di decreti attuativi il cui iter potrebbe facilmente essere prolungato oltre i 18 mesi previsti dalla nuova legge per realizzare i principi e i criteri direttivi espressi nella delega.


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