Il 9 settembre 2015 h.11 riunione tecnica: il Ministro dell'Ambiente Galletti, per vanificare i ricorsi alla Consulta, stringe i tempi in vista della Conferenza Stato- Regioni
di Paolo M. Storani - In questi giorni le Regioni hanno ricevuto dall'arrembante Esecutivo la bozza di decreto che attua una delle previsioni dello SbloccaItalia e allora mi capita spesso di pensare a Fulvio Grimaldi, giornalista, scrittore e regista di razza, autore dello splendido e profetico docu-film di quest'anno, L'Italia al tempo della peste.

Lo ricorderete in special modo per i suoi reportage per Rai3, ma anche, amabilmente, per il bassotto Nando (che, purtroppo, non c'è più, anche se la passione di Fulvio per i bassotti è inossidabile ed il blog Mondo Cane ne è la riprova).

Se non avete ancora assistito alla proiezione del suo ultimo (capo)lavoro, acquistatene un esemplare: ne vale davvero la pena per la descrizione icastica della situazione in cui ci ha posto il Decreto SbloccaItalia.

Lobby di discariche ed ecomafie operosamente al lavoro per il ciclo illecito dei rifiuti: il nuovo petrolio, la nuova droga?

RSU uguale oro.

Esiste un link di collegamento tra la miriade di incendi che hanno funestato il nostro sciagurato Paese e il varo dello SbloccaItalia?

Può il legislatore produrre una legge criminogena?

Ricordiamo che l'art. 35, comma 1, del Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito con modifiche dalla Legge 11 novembre 2014, n. 164, muovendo in senso antistorico e retrogrado, favorisce senza pudore l'incenerimento dei rifiuti in controtendenza rispetto alle pratiche virtuose come riciclo, compostaggio e trattamenti di recupero che - guarda caso - si compiono negli impianti dei roghi.

È tempo, dunque, di falò.

Quanti nuovi tumori dovranno patire i cittadini che si troveranno nelle aree di Toscana, Sicilia (due inceneritori a testa!), Piemonte, Veneto, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania e Puglia, ove verranno edificati i nuovi dodici mostri capaci di bypassare ogni autorizzazione locale, Regioni incluse, per le facilitazioni introdotte dal Governo Renzi?

È impensabile che i territori vengano esclusi da ogni processo decisionale: si recide ogni dialogo, ogni meccanismo di condivisione e di partecipazione in materia ambientale.

Renzi toglie soldi alle rinnovabili per incentivare chi brucia immondizia, alla faccia dei costi, dei rischi ambientali e delle chiare indicazioni europee.

"Per intanto, è caduta la maschera: la rottamazione era un bluff, una trovata propagandistica per prendere il potere, raggiunto il quale il rottamatore si comporta come il più decrepito dei partitocrati Ancient régime" annota a pag. 228 de Il berluschino (Kaos Edizioni, aprile 2014) Michele De Lucia riferendosi ad un commento di Marco Travaglio.

(Renzi - pone in risalto De Lucia a pag. 224 del medesimo testo - è al governo "senza alcuna investitura popolare: le primarie del PD sono solo una consultazione partitica interna".

Ha la fiducia di un Parlamento delegittimato dalla Corte Costituzionale, che nel dicembre 2013 ha bollato d'incostituzionalità la legge elettorale con cui era stato eletto quello stesso Parlamento nel febbraio 2013; lo stesso Parlamento, con scelta che i padri costituenti avrebbero disapprovato, ha rieletto il Presidente Giorgio Napolitano, forzatura istituzionale mai avvenuta nella storia repubblicana.)

In pratica, la spazzatura bruciata aumenterà del 37% rispetto ad oggi.

Una cosa demenziale.

Nelle Marche gli ha risposto lo staff del Governatore PD neoeletto a fine maggio '15, Luca Ceriscioli: "Quello di Macerata è stato spento un anno fa proprio perché non ce n'è alcun bisogno. La raccolta differenziata è già al 63 per cento e si avvicina a rapidi passi al 70. Mancherebbero proprio i rifiuti con cui alimentare il termovalorizzatore: non abbiamo spazzatura da bruciare".

Non è detto, egregio Governatore Ceriscioli, si possono sempre bruciare i rifiuti provenienti da altre Regioni...

Infatti, incredibilmente il decreto del 2014 contiene in sé altre disposizioni che consentono lo spostamento dei rifiuti per bruciarli da una regione all'altra, in pratica senza vincoli (nessuno disturbi il manovratore, chi lo fa ostacola il cambiamento) e finanche di gettare alle fiamme "rifiuti speciali non pericolosi o pericolosi a solo rischio sanitario"!

Uno dei punti di forza del disegno governativo parrebbe proprio lo shopping dei rifiuti in giro per l'Italia.

Ovvio che se cresce la differenziata porta a porta e si diffonde la puntuale i signori delle società attive nel trattamento dei rifiuti sono rovinati perché non riescono a completare il ciclo vitale degli inceneritori, calcolabile in circa una ventina d'anni.

Nelle Marche, a titolo esemplificativo, dovrebbe sorgere un mega-inceneritore a Castelraimondo, comune in provincia di Macerata, che brucerà immondizia anche proveniente da altre regioni.

La Regione è stata, infatti, individuata dal Governo Renzi per la realizzazione di un nuovo impianto di incenerimento di capacità pari a 200.000 tonnellate annue di rifiuti urbani e assimilati.

Ora, gli inceneritori in Italia ci sono già e funzionano ben al di sotto delle proprie capacità di smaltimento.

Il trucco consiste nella definizione di "strategiche" delle infrastrutture.

Se il Governo vuole, può... sbloccare i Governatori recalcitranti (praticamente tutti, in maggior numero quelli espressi dallo stesso partito del titolare di Palazzo Chigi, il PD che governa 17 regioni su 20): la riforma va verso la riattribuzione allo Stato centrale delle competenze prima spartite con le Regioni.

I lettori più avanti negli anni ricorderanno i proclami del nuovo diritto regionale, regionalismo ora scagliato alle ortiche.

Ovviamente l'uomo solo al comando di una nazione in cui i principi democratici sono finiti "tra parentesi" (secondo la calzante espressione di Gustavo Zagrebelsky) decide autonomamente se sia ravvisabile o no la strategicità.

In particolare, agli impianti di recupero emergetico e di smaltimento dei rifiuti viene attribuito lo status di "infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale".

L'Italia - si sa - è uno dei paesi in cui fenomeni di macroscopica ed omnipervasiva corruzione del personale politico si uniscono alle micidiali organizzazioni criminali che prosperano come mai era avvenuto in precedenza.

Il contrasto a tale mix mortifero è da sempre soltanto apparente e di facciata dal pifferaio magico di turno.

Viene portato avanti per meri slogan e promesse mai mantenute.

Talora sono addirittura abbinati ad immaginarie auto-sanzioni in caso di inadempimento (promessa di pagamento di 70 miliardi di euro alle aziende creditrici della Pubblica Amministrazione - finanche lo Statuto Albertino proclamava alludendo allo Stato che "ogni suo impegno verso i creditori è inviolabile" - altrimenti Renzi sarebbe andato a piedi sul Monte Senario: irrealizzate sia la bugia di Pinocchio, sia la sedicente sanzione), slide, annunci roboanti con numeri ad effetto sempre diversi (anche se diffusi da membri dello stesso Governo!) e riferimenti a leggi inesistenti che peraltro non vedranno mai la luce.

Talvolta, le cosiddette linee guida, pur proclamate, non risultano neppure depositate sotto forma di disegni di legge.

Armi di distrazione di massa alle quali siamo purtroppo mitridatizzati.

(Le modifiche costituzionale-istituzionali sono in chiave autoritaria; deludente lo stesso Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per certi versi uno dei meno impresentabili della compagine governativa, che, nell'intervista data a Liana Milella di Repubblica del 14 agosto 2015, invita a non temere tale svolta impressa dal d.d.l. Boschi.)

Quasi tutti i media presentano tali piani di immaginaria guerra... all'evasione fiscale, alla corruzione, alle mafie, al dissesto idrogeologico, al medioevo tecnologico, al familismo amorale, alla disoccupazione giovanile... con l'enfasi dell'informazione embedded.

Invece, "un'inchiesta giornalistica è la paziente fatica di portare alla luce i fatti, di mostrarli nella loro forza incoercibile e nella loro durezza. Il buon giornalismo sa che i fatti non sono mai al sicuro nelle mani del potere e se ne fa custode nell'interesse dell'opinione pubblica" (Giuseppe D'Avanzo).

La terra Ti sia lieve, Peppe.

Se viene interpellata qualche voce dissenziente, il quadro che le si delinea intorno è di mattoidi anomali e snob che verosimilmente cercano notorietà o incarichi di ogni genere. O di gente frustrata perché il sistema partitocratico non li ha ancora convocati attorno alla tavola perennemente imbandita.

I vincoli che ci derivano dall'appartenenza all'Unione Europea vengono sbandierati a torto quando serve al potere costituito per far passare impunemente i propri diktat, mentre vengono ignorati quando sono effettivi.

Le opposizioni non ancora asservite subiscono ogni genere di vessazione, angheria e di esclusione ove giustificabili da qualche piega di regolamento.

Quello che segue è l'elenco approssimativo (sviluppato sulla base di quello pubblicato sul blog di Beppe Grillo) dei più recenti roghi che hanno interessato impianti di riciclo, di compostaggio, di trattamento a freddo e di discarica, con espressa riserva di perfezionamento.

L'On.le Patrizia Terzoni del M5S, la cui opera è davvero pregevole, componente (nonché segretario) dell'VIII Commissione - Ambiente, territorio e lavori pubblici presso la Camera dei Deputati - la definisce sul suo omonimo portale "guerra dei rifiuti".


Ciò per il Governo in carica conta poco o nulla: bisogna andare svelti perché lo esige Pié Veloce Renzi, perché "il Signor Ministro mi prega di rappresentare la necessità che su tale documento la Conferenza esprima il proprio parere nella prima seduta utile": è la chiusa dello schema inviato ai Governatori delle Regioni italiane dal Capo di Gabinetto Guido Carpani, di cui al protocollo del 29 luglio 2015 della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

È convocata per il 9 settembre 2015, alle ore undici, in Via della Stamperia, n. 8, in Roma, la riunione a livello tecnico per l'esame dello schema di decreto, in vista del parere che sarà chiamata ad esprimere la Conferenza Stato-Regioni.

Auguri di cuore, Italia: ne hai davvero bisogno!

(Un in bocca al lupo, da ultimo, a Fulvio Grimaldi ed un incoraggiamento a proseguire nella sua valorosa opera di divulgazione. Un ringraziamento enorme ad Andrea Boccia del M5S di Macerata per averci permesso di apprezzare il docu-film addirittura alla presenza dell'Autore in persona.)



- 9 agosto 2015: a fuoco la discarica di Gaggio Montano (Bo), situata in località Silla, gestita da Cosea, che è l'unica società di servizi ambientali non inglobata ad Hera nel bolognese. I tecnici parlano di autocombustione.

- 2 agosto 2015: ad Aviano (Pordenone), in Via De Zan, va a fuoco l'impianto del compostaggio Snua. L'incendio ha mandato in fumo plastica da riciclare. È entrato in funzione l'impianto di autospegnimento del capannone, che utilizza schiumogeni. Si è trattato del secondo rogo in pochi mesi in questo impianto di trattamento rifiuti e compostaggio.

- In Campania a Giugliano negli ultimi mesi sono andate a fuoco 4 discariche su 5 gestite dal Commissario. Esiste il forte sospetto che dietro questi roghi ci sia la mano dei clan. In ballo ci sono le bonifiche di questi terreni inquinati della 'Terra dei Fuochi'.

- 13 luglio 2015: poco prima delle sei si sviluppa un rogo nell'area di stoccaggio rifiuti della discarica di Mariana Mantovana (Mantova), la cosiddetta zona di osservazione, ove vengono vagliati i rifiuti prima dello smaltimento. Bruciata una catasta di rifiuti compattati. La discarica è di proprietà di Mantovambiente. La colonna di fumo scuro dall'odore acre ha creato grande preoccupazione tra la popolazione. Dai primi accertamenti è emerso che il rogo è di origine dolosa. Il responsabile della discarica ha presentato denuncia contro ignoti ai Carabinieri di Acquanegra.

- 9 luglio 2015: incendio all'impianto Cosmari di Macerata, che si trova territorialmente in Comune di Tolentino, con rogo di materie plastiche e allarme diossine per il micidiale fungo nero che si è sprigionato nel cuore della notte senza che la popolazione maceratese venisse minimamente avvertita in una nottata di afa in cui si dormiva a finestre aperte. E' stata aperta una indagine per incendio doloso e disastro ambientale che viene condotta dal Sostituto Procuratore Dott. Luigi Ortenzi. Anche i coltivatori del settore ortofrutticolo della zona interessata dalla nube tossica hanno risentito gravissimi danni. Sulla vicenda l'On.le Patrizia Terzoni del M5S ha subito presentato un'interrogazione alla Camera dei Deputati.

- fine maggio 2015: a Limbiate, quartiere Pinzano, nel milanese, era andato a fuoco in un incendio doloso un impianto di trattamento rifiuti.

- A metà luglio in provincia di Milano si sono registrati altri due roghi: a Novate all'impianto Rieco che si occupa di riciclo di rifiuti industriali, in primo luogo carta da macero. Pochi giorni prima a Robechetto era stato distrutto da un incendio l'impianto della DPC che si occupa di produzione e stoccaggio di prodotti chimici per l'industria cosmetica.

- 29 giugno 2015: a Chieti si è registrato il rogo della discarica teatina. Insieme ai rifiuti sono andati in fumo anche i documenti utili a inchieste sulla 'Terra dei Fuochi' campani e l'inceneritore di Acerra in quanto questa discarica era collegata alla gestione dei rifiuti della Campania; documenti ora andati in fumo e pare che non fossero stati sottoposti a sequestro.

- 28 maggio 2015: a Pontedera, città industriale ove ha sede la Piaggio, due uomini incappucciati fanno irruzione nel piazzale della Mansider mandando a fuoco in un incendio doloso 70.000 pneumatici depositati presso l'impianto che si occupa di smaltimento di rifiuti industriali.

- 8 giugno 2015: incendio al deposito di rifiuti urbani Iren al Cornocchio alle porte di Parma.

- 5 Giugno 2015: ad Este (Padova) incendio nell'impianto di compostaggio Sesa uno dei più grandi d'Italia.

- 2 giugno 2015: a Perugia va a fuoco l'area adibita allo stoccaggio e riciclo del legno dell'impianto della Genesu, attiva nel trattamento e smaltimento dei rifiuti e controllata dal gruppo di Manlio Cerroni, detto "Il Supremo", 89enne che è lo storico monopolista dei rifiuti a Roma da circa mezzo secolo; è proprietario della famosissima discarica di Malagrotta, ove giungono anche i rifiuti speciali degli aeroporti di Ciampino e Fiumicino; secondo alcune fonti si tratta della più grande discarica europea; venne arrestato il 9  gennaio 2014 dal reparto ecologico dei Carabinieri del NOE, comandati da Sergio De Caprio, noto come "Capitano Ultimo"; come riferito dai quotidiani il 14 agosto 2015, quindi appena tre giorni fa, Cerroni sostiene di avere in mano la soluzione per l'immondizia (ha inviato una lettera ad hoc al Sindaco di Roma Ignazio Marino).

- Ancora il 2 giugno 2015 a Roma sulla Salaria va in fiamme l'impianto di TMB trattamento meccanico biologico di Ama S.p.A.: provocati danni pesanti ad una struttura decisiva per la raccolta differenziata della Capitale.

- Lo scorso anno il 28 luglio 2014 ad Albairate (Monza) erano stati colpiti in un incendio gli impianti di compostaggio della ditta che aveva vinto la gestione dell'appalto gestione rifiuti per Expo. Dopo la denuncia del M5S, ripresa dal quotidiano Il Fatto Quotidiano, sono giunte altre segnalazioni importanti.

- 18 marzo 2015: incendio alla ditta TRANSISTOR srl di Torino, della galassia di Libera, che si occupa di smaltimento di rifiuti elettronici

- 12 aprile 2015: incendio doloso alla FARID INDUSTRIE spa di Vinovo (TO)

- 24 aprile 2015: incendio alla ex PUBLIREC (ora AMIAT) di Collegno (TO)

- 4 giugno 2015: incendio alla CMT di La Loggia (TO)

- 13 luglio 2015: incendio in provincia di Cuneo nel deposito della ROSSO srl di Fossano; il materiale era destinato allo smaltimento.

- 13 luglio 2015: incendio a Settimo Torinese (TO) in deposito di materiale plastico.

- 20 luglio 2015: incendio presso il deposito del consorzio per i rifiuti COVAR 14 di Carignano (TO)

- 18 luglio 2015: Incendio alla Green Asm di Nera Montoro (Terni)".


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