Lo afferma la corte di cassazione con la sentenza 13886 del 1 aprile 2015

Occupandosi di un procedimento penale in cui un padrere  era stato accusato di lesioni personali volontarie ed ingiurie nei confronti della figlia, la Corte di Cassazione (sentenza n.13886 del 1 aprile 2015) ha ricordato che il giudice può legittimamente considerare credibili alcune dichiarazioni della persona offesa anche se altre dichiarazioni si sono dimostrate non veritiere.

In altri termini è possibile una "valutazione frazionata".


L'imputato nel suo ricorso aveva evidenziato che sarebbe  stato incongruo ritenere credibili solo una parte delle dichiarazioni della persona offesa (ossia quelle che nel caso di specie la ragazza aveva reso circa le lesioni subite)  se si sono ritenute non credibili altre dichiarazioni della stessa persona offesa (quelle rese in relazione alle presunte ingiurie).

Per la Cassazione non c'è dubbio: anche se la persona offesa ha reso dichiarazioni in parte non veritiere, il giudice non è  per questo tenuto a dare un giudizio globale di inattendibilità delle sue dichiarazioni.

È ormai consolidato - spiega la Cassazione - il principio secondo cui deve considerarsi legittima la "valutazione frazionata" delle dichiarazioni della persona offesa "quando la parte di tali dichiarazioni ritenuta non credibile presenti carattere di marginalità rispetto al nucleo essenziale del narrato".


Con riferimento alla fattispecie concreta la Corte mette in risalto il fatto che le dichiarazioni della persona offesa in relazione alle lesioni subite hanno trovato riscontro nell'acquisizione delle certificazioni mediche e del resto lo stesso imputato non ha fornito una spiegazione alternativa alla presenza di tali lesioni.


Qui sotto in allegato il testo integrale della sentenza.

Cassazione Penale testo sentenza 1 aprile 2015, n. 13886

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