di Licia Albertazzi - Corte di Cassazione Civile, sezione sesta, ordinanza n. 5703 del 12 Marzo 2014. Qual è il foro competente in tema di controversia sorta tra assistito e proprio difensore circa un credito di natura professionale? In questo caso trova applicazione la normativa contenuta nel codice del consumo e, nello specifico, quella che fissa come inderogabile la giurisdizione dell'ufficio presente nel luogo di domicilio o residenza del consumatore.

Il codice del consumo è in linea di principio applicabile "alla persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta" e fonda la propria ratio sulla protezione dell'utente, normalmente inesperto, quindi parte debole del rapporto contrattuale. Dunque, sul piano processuale, la circostanza che l'utente debba sostenere un giudizio in un luogo lontano dalla propria residenza o domicilio incide in concreto sulle sue possibilità di difesa, penalizzandole. Da ciò la qualificazione del foro del consumatore come esclusivo e "tendenzialmente preminente", a maggior ragione in quei casi, come quello in oggetto, in cui la spesa complessiva di trasporto e di difesa superi il valore della causa stessa. Infatti, sostiene la Suprema Corte, "l'obbligo di sostenere il giudizio in una località diversa da quella di residenza

o di domicilio limiterebbe fortemente il diritto del consumatore di agire in giudizio, in special modo quando, come il più delle volte accade, a fronte degli alti costi, economici e non, implicati da un processo che si svolga a notevole distanza da quei luoghi, la controversia sia di esiguo valore monetario".


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