Il padre che per motivi di salute non mantiene il figlio non commette reato. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha cancellato la condanna ad un mese di reclusione e a 200 euro di multa ad un padre 56enne di Cassino, Giuseppe A., condannato per due gradi di giudizio per essersi sottratto all'obbligo degli assegni dovuti alle tre figlie Azzurra, Giada e Valeria. Per la Suprema Corte, un genitore che non versa gli alimenti ai suoi bambini puo' non essere imputabile penalmente se 'le condizioni di salute' influiscono 'sulla capacita' reddituale e conseguentemente sull'omissione della corresponsione dell'assegno'. Per non aver versato gli alimenti ai tre figli nel maggio del '95, Giuseppe A., che proprio a quell'epoca aveva subito un intervento per problemi cardiaci e quindi aveva versato in ritardo altre mensilita', era stato condannato dal Tribunale di Perugia nel febbraio del 2001 ad un mese di reclusione per il reato previsto dalla legge 898 del '70, oltre a 200 euro di multa
. Pena confermata dalla Corte d'appello perugina, nel luglio 2002. Contro la doppia condanna il padre si e' opposto in Cassazione, osservando che, nonostante la malattia, ogni volta che le figlie lo andavano a trovare a casa si procurava 'piccole somme per accontentarle'.

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