Era dal 28 ott '10 che Luca RAVALLESE non scriveva a Studio Cataldi; all'epoca si parlava dei nuovissimi legal store con tanto di vetrina, saracinesca ed insegna. A proposito, chissà come se la passerà l'astigiana Sara DAGNA con il suo ...punto vendita-pareri ("Il mio studio nasce in un paesino a circa 10 km da Asti, Montegrosso d'Asti. Ancora inesplorato e non colonizzato dagli Avvocati. Ed io gli ho dato fiducia, lui a me"). Avrà superato l'esame da avvocato? le raccomandai di studiare il più possibile. E così Luca mi colpì con il suo intervento critico, massimamente AUTENTICO, frutto di macerazione interiore.
Luca prese le mosse dalla tematica dei LEGAL STORE per lanciare un attacco-sfogo: "Naturalmente (mi si perdoni il qualunquismo) l'Italia è il paese delle caste e il Suo pensiero rispecchia questo modo di pensare, per cui l'aspetto formale si fa parte preponderante della sostanza, sostanza con la quale noi poveri cristi dobbiamo fare i conti. Continuate pure a fregiarvi dei vostri albi, delle vs. tradizioni, privilegi. Se avessimo una cosa "all'americana" forse avrei potuto trascinare in giudizio l'ortopedico che non si è accorto che mio padre aveva metàstasi alla spina dorsale (e ha prescritto massaggi). Sappiamo che in Italia non si può cambiare niente; la mia amarezza ... Luca Ravallese" - Risposi così quel 28 ott '10: non mi rispecchio minimamente nella Sua opinione che, però, rispetto e propongo a Studio Cataldi di pubblicare in toto; ascoltare vuol dire accogliere, concedere TEMPO e SPAZIO all'altro anche se afferma cose non condivisibili: fare il vuoto dentro di sé per consentirgli di entrare ed esprimersi. Provo dispiacere ed empatia per quanto accaduto a Suo Padre e per la inescusabile gravità dell'errore diagnostico e terapeutico. Nella mia vita giudiziale ho tutelato e tutelo molti medici e tanto personale di strutture sanitarie (anche infermieri, tecnici, non soltanto primari ...): mi sono trovato spesso su quella sponda per i casi del destino ed è il mio mestiere difendere chi si rivolge a me. In tutt'Italia esercitano da sempre molti validissimi Colleghi che impegnano quasi ogni energia per la tutela dei patrocinati ed esiste pur sempre una Magistratura
che, con tutte le carenze di sistema che l'affliggono, si sforza di recepire le doglianze di chi ha valide ragioni per farvi ricorso. L'unica cosa che aggiungo è che se Lei opina che io appartenga ad una (presunta) Casta, Le ricordo che tale (ipotetica) Casta è composta da un numero spropositato di avvocati che in questo momento, Le sto scrivendo a braccio mentre rientro da una trasferta a Roma, manco ricordo con esattezza. Se Lei prende un condominio con venti o trenta interni, quanti avvocati trova nel palazzo? Se questa è una Casta ... I Maestri Confuciani coltivavano la conventio ad excludendum alios: noi avvocati apriamo la porta a tutti.
Gli avvocati italiani svolgono, pertanto, un ruolo INSOSTITUIBILE a garanzia e tutela del cittadino e di chi si trova ora a vivere qui. Ma tali avvocati debbono aggiornarsi e nutrire massimo rispetto, almeno sino a quando la professione avrà l'attuale assetto sempre perfettibile, per le direttive deontologiche del proprio Ordine di appartenenza e del Consiglio Nazionale Forense proprio come (paragone sproporzionato per eccesso, sono il primo ad ammetterlo) il Presidente della Repubblica deve aver rispetto per la Costituzione. O preferisce il far west? Lo sa come funziona la Giustizia in America? Un giorno ne tratteremo analiticamente". Ora, ai primi di giu '11, LUCA torna a scrivermi: "Gentile Signore, Ho letto ora la Sua replica. La ringrazio per la cortesia, certo nonostante tutto di avere una posizione lontana dalla Sua e dai Gentili lettori. Parlo per esperienza, senza scendere in ulteriori dettagli riguardo la faccenda che mi angustia. Quelli che per Voi sono "inescusabili errori" per altri sono drammi indicibili. Questa è la differenza tra chi si difende e chi accusa (in molti casi). Non è lotta di classe, è una constatazione che, ripeto, non è da Voi ovviamente condivisibile. Resto dalla mia. Senza rancore, Distinti Saluti, Luca Ravallese" - Luca, continua a seguire Studio Cataldi: resteremo in discordante armonia. In armonioso dissenso. La democrazia è come la salute: ti accorgi di lei quando l'hai perduta.
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