Il Consiglio dei Ministri dello scorso 13 aprile ha approvato una proposta dei ministri Giorgia Meloni e Roberto Calderoli, rispettivamente alle Politiche Giovanili e alle Riforme, che prevede l'abbassamento dell'età, per potersi candidare e farsi eleggere a deputato alla Camera e a senatore al Senato della Repubblica. La proposta prevede l'eleggibilità a deputato a 18 anni e a senatore a 25 anni, di fatto determinando la coincidenza tra elettorato attivo e quello passivo. Fino ad oggi, infatti, è possibile votare per la Camera dei Deputati al raggiungimento del 18esimo anno di età, ma si può essere eletti deputati a 25 anni di età. Per il Senato, invece, si può votare solo al raggiungimento dei 25 anni, ma essere eletti solo a 40 anni. La ratio della norma proposta è duplice: allinearsi alle norme europee, che prevedono in quasi tutti gli stati l'elettorato passivo a 18 anni, con la sola eccezione della Francia, che consente la candidatura a deputato solo ai 23 anni di età; abbassare l'età dell'elettorato passivo, per cercare di mandare un segnale di inclusione della politica e delle istituzioni verso i giovani. Certo, non sarà di certo questa norma a determinare lo svecchiamento delle istituzioni. Prendiamolo semmai come un segnale di apertura verso i più giovani.

Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: