"Il fatto che il lavoratore subordinato abbia commesso un illecito, con conseguente danno patrimoniale, a discapito del datore di lavoro, legittima quest'ultimo a proporre un'azione di risarcimento (eventualmente in via riconvenzionale, qualora il lavoratore abbia agito per il pagamento della retribuzione) e ad ottenere poi la compensazione con i controcrediti del lavoratore, ma non gli attribuisce il diritto di ottenere dal giudice una riduzione delle retribuzioni dovute al prestatore, in sede di adeguamento ex art. 36 Cost., comma 1". E' quanto affermato dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 896 del 17 gennaio 2011 con la quale i giudici di legittimità precisano che, nel caso di specie, l'argomentazione secondo cui la qualità di piccola impresa operante nel Mezzogiorno giustificherebbe la mancata applicazione dei minimi della contrattazione collettiva è infondata nel merito.

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