La Corte di Cassazione riapre i battenti e con una sentenza del 20 agosto si pronuncia su un caso di licenziamento disciplinare. Il Tribunale e la Corte di Appello avevano dichiarato legittimo il licenziamento disciplinare di una lavoratrice che aveva tenuto un comportamento scorretto, imbarazzante ed offensivo nei confronti dei dirigenti ed impiegati dell'Ufficio italiano brevetti di Roma presso cui la società in cui lavorava stava svolgendo delle ricerche e delle registrazioni per conto dei propri clienti. La donna aveva anche omesso di riportare alla società segnalazioni da parte dell'Ufficio circa alcune imprecisioni nelle pratiche. Non solo, il suo comportamento, durato per mesi, aveva creato una situazione di tensione anche con i suoi colleghi di lavoro determinando così una situazione intollerabile. La Corte di Cassazione (sezione lavoro) con sentenza
n. 14575/2012, ha confermato il verdetto rendendo definitive le sentenze di primo grado e di appello. Nella parte motiva della sentenza la Corte fa notare che il comportamento, segnalato dall'Ufficio italiano brevetti, ampiamente comprovato come gravemente (e sistematicamente) scorretto, ha messo a repentaglio l'immagine della società. La situazione in sostanza ha messo in imbarazzo la società datrice di lavoro e non solo, il suo fare poco collaborativo ed offensivo nei confronti dei colleghi ha deteriorato il clima lavorativo e incrinato il rapporto fiduciario tra l'impiegata e la società. Con la sentenza la donna è stata condannata anche al pagamento delle spese di lite.

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