Ecco le modifiche al ddl di riforma che hanno avuto il via libera in commissione giustizia alla Camera

di Marina Crisafi - Con il sì della commissione giustizia alla Camera, la riforma del processo civile si avvicina a grandi passi all'aula di Montecitorio. Per il licenziamento definitivo del testo, infatti, che viaggia come collegato alla finanziaria, mancano solo pochi pareri (tra cui quello della bilancio).

Il ddl delega governativo che, come ha spiegato la presidente della commissione giustizia Donatelli Ferranti, mira a "razionalizzare, semplificare e accelerare i tempi del processo per una giustizia civile più efficiente e tempestiva nel rispetto della garanzia del contraddittorio", è stato modificato in più punti in commissione (qui sotto in allegato il testo e gli emendamenti approvati).

Tra le tante novità che andranno a novellare per l'ennesima volta il processo civile, come gli incentivi ai tribunali più virtuosi nello smaltimento dell'arretrato della giustizia, l'estensione della negoziazione assistita per le cuse di lavoro, la stretta sulle liti temerarie e l'ampliamento delle competenze del tribunale delle imprese (leggi: "A marzo la nuova riforma del processo civile"), due meritano particolare attenzione:

- l'istituzione presso i tribunali ordinari e le corti d'appello di sezioni specializzate per la persona e la famiglia;

- l'obbligatorietà del rito semplificato in primo grado.

La soppressione del tribunale dei minorenni

L'istituzione del tribunale della famiglia comporterà innanzitutto la scomparsa del tribunale dei minori, per lo meno così come conosciuto oggi.

L'emendamento approvato in commissione a firma della stessa Ferranti prevede, in un solo e dettagliato articolo, appunto, la soppressione del tribunale per i minorenni e il suo accorpamento, quale sezione specializzata nei tribunali ordinari e in corte d'appello.

"Non si tratta di un'abrogazione secca - ha chiarito la presidente della commissione - ma di un trasferimento che comporterà una valorizzazione attraverso una maggiore specializzazione" evitando una "separazione" di competenze (tra tribunale ordinario e dei minori) che "non ha più senso, frutto solo di un aggravio di burocratizzazione".

Nello specifico, secondo il testo della legge, ci sarà un riordino delle competenze frammentate tra le diverse autorità: ad esempio, le questioni relative alle adozioni, ai minori richiedenti asilo o penali (per reati commessi da minorenni) saranno di competenza delle sezioni dei tribunali più grandi; divorzi e separazioni resteranno, invece, a carico di quelli provinciali, mentre a livello distrettuale, ci saranno sempre magistrati e procuratori che si occuperanno quasi esclusivamente di diritto di famiglia.

Il procedimento sommario di cognizione

Quanto alla seconda novità, infine, la riforma introduce l'obbligatorietà in primo grado del procedimento sommario di cognizione per tutte le cause che presentano minore complessità e/o rilevanza economica, mentre il rito ordinario sarà riservato soltanto alle questioni giudicate dal tribunale, in composizione collegiale.

Altre misure, poi, fissano tempi più stretti per le impugnazioni; stabiliscono che, in appello, le cause più semplici competono al giudice monocratico mentre per quelle a trattazione collegiale l'istruttoria sarà affidata al consigliere relatore.

Il testo del ddl delega di riforma del processo civile
Gli emendamenti approvati in Commissione Giustizia

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