Approda alla Camera il disegno di legge che impone ai titolari degli studi professionali di garantire un minimo mensile ai propri collaboratori

di Marina Crisafi - Praticanti avvocati e collaboratori avranno diritto ad un "fisso" garantito per legge. La buona novella, sollecitata da tempo da più fronti, arriva dal disegno di legge appena approdato alla Camera che, come riportato dal quotidiano ItaliaOra, impone ai titolari degli studi professionali di pagare uno stipendio fisso minimo ai propri praticanti e collaboratori.

Firmato dal presidente della commissione Affari Costituzionali, il progetto è stato redatto con la collaborazione dei sindacati giovanili delle tre principali categorie economico-giuridiche (avvocati, commercialisti e notai), ed è stato illustrato ieri a Roma, durante il dibattito del VII forum dei professionisti under45, promosso dall'Aiga, dall'Ungdec e dall'Asign.

Secondo il progetto di legge, l'importo da erogare dovrà essere stabilito con decreto del ministero della giustizia, sentiti i consigli nazionali degli ordini di appartenenza.

Quanto ai praticanti, il diritto al corrispettivo maturerà dopo 6 mesi di pratica, mentre per i collaboratori, nell'ipotesi di attività stabile prestata dentro il rispettivo studio.

L'obiettivo del ddl è infatti quello di arginare il "precariato" dei giovani collaboratori incentivandone l'inserimento negli studi professionali dove collaborano o svolgono la pratica, spesso senza alcuna stabilizzazione e privi di coperture pensionistiche. D'altro canto, però, bisognerà tenere conto delle critiche mosse dai professionisti, per i costi che una previsione del genere comporterà inevitabilmente sugli studi già vessati dal fisco e dalla crisi.

L'ultima parola ora spetterà al Parlamento.


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