Il Parlamento europeo chiede maggiore trasparenza e criteri più severi: gli stessi Paesi Ue sono responsabili del 36% dell'evasione globale

Paradisi fiscali, i dettami del Parlamento Ue

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Nuovi criteri per la lista dei paradisi fiscali Ue con inserimento automatico quando le aliquote fiscali sono vicine allo zero. Le modifiche si rendono necessarie perché la blacklist dei paradisi fiscali dell'Ue non funziona. Ora solo i paesi che causano il 2% delle perdite di gettito fiscale a livello mondiale ne fanno parte. Per questo il parlamento europeo che in seduta plenaria ha approvato una risoluzione per riformare la lista dei paesi non conformi fiscalmente secondo i principi dell'Unione europea. Il testo è stato approvato con 587 voti favorevoli, 50 contrari e 46 astensioni.

Paradisi fiscali, inserimento automatico nella lista

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Il criterio per giudicare se un sistema fiscale di un paese sia equo o meno deve essere rivisto e ampliato, per includere ulteriori pratiche e non solo le aliquote fiscali preferenziali. La recente rimozione delle Isole Cayman dall'elenco, mentre nel Paese si applica una politica di aliquote fiscali dello 0%, rappresenta una prova sufficiente delle mancanze del sistema di valutazione. I parlamentari chiedono che tutte le giurisdizioni con un'aliquota d'imposta sulle società pari allo 0% o senza imposte sugli utili delle società vengano automaticamente inserite nell'elenco dei paradisi fiscali.

Paradisi fiscali, requisiti più severi

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Il parlamento chiede criteri di screening più severi. La rimozione di un paese dall'elenco non dovrebbe essere il risultato di modifiche del sistema fiscale puramente simboliche. Come nel caso delle Isole Cayman e delle Bermuda sono state rimosse dall'elenco in seguito all'introduzione di cambiamenti "minimi" e di "misure di esecuzione deboli".

Inoltre i paesi terzi devono essere trattati e valutati in modo equo e utilizzando gli stessi criteri, tuttavia l'elenco attuale dimostra il contrario. La mancanza di trasparenza con cui l'elenco viene redatto e aggiornato rappresenta un'ulteriore perplessità. Pertanto, il processo di elaborazione della lista deve essere formalizzato attraverso uno strumento giuridicamente vincolante.

Sono dodici le giurisdizioni attualmente elencate come non cooperative sono le Samoa americane, Anguilla, Barbados, Fiji, Guam, Palau, Panama, Samoa, Seychelles, Trinidad e Tobago, le Isole Vergini americane e Vanuatu.Infine i paesi dell'Unione europea non dovrebbero più essere esclusi dall'analisi dei criteri ed inseriti nella lista se non rispettano gli standard, poiché sono responsabili del 36% dell'evasione fiscale globale.


Foto: 123rf.com
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