Dr. Luigi Vitale - La maggior parte dei quotidiani sembrano essere in sintonia nel fatto di voler accostare implicitamente o esplicitamente due notizie all'apparenza non collegabili.

La prima riguarda gli impianti industriali dell'Electrolux, in Italia quattro siti, di cui uno sembra destinato alla chiusura, mentre per  altri tre la chiusura è sospesa in attesa di decisioni che dovrebbero condividere la proposta proprietaria. 

In sostanza la politica manageriale vede un futuro solo se sarà possibile una drastica riduzione degli stipendi pari a circa un 50%. Cioè dagli attuali 1400 Euro a circa 750. Proposta apparsa scandalosa ai sindacati, che hanno subito chiesto un incontro con il premier Letta.

I vertici dell'azienda però sono stati chiari, senza una riduzione del costo del lavoro saranno costretti a dislocare altrove la produzione. I costi attuali, affermano, impongono un offerta sul mercato degli elettrodomestici con un prezzo troppo elevato, tali da costringerli ad uscirne senza interventi drastici di riduzione dei costi di produzione.

Ma chi sono i diretti competitori? Si tratta delle coreane Samsung e LG. Queste aziende ormai da decenni, sfruttano la manovalanza cinese, come del resto fanno molte aziende europee, americane e giapponesi.

Ma, lasciamo per un momento da parte le istituzioni sindacali e politiche italiane: a trovarsi concretamente coinvolti nella vicenda sono i lavoratori di queste aziende che (ancora per poco?) sono localizzate in Italia.

Possiamo aspettarci che i lavoratori, in un modo o nell'altro, si troveranno costretti a decidere tra la disoccupazione e la riduzione degli stipendi.

Ci sono già stati dei precedenti di questo tipo come ad esempio il caso della Chrysler di Detroit nel 2008.

In realtà in quel caso i lavoratori hanno accettato si di ridurre il proprio stipendio ma al contempo hanno ottenuto di poter partecipare agli utili futuri dell'azienda diventando essi stessi attori principali della "mission" aziendale. 

Il problema principale per l'Italia però è che il costo della vita è divenuto insostenibile e che il potere di acquisto di uno stipendio italiano non riuscirà mai a competere con quello dei lavoratori di alcuni paesi stranieri.

Difficile indicare una strada che possa offrire una soluzione a questo problema che rischia di impoverirci ulteriormente nell'arco di pochi anni: di certo l'aumento del costo della vita in Italia e una tassazione fuori controllo non hanno fatto altro che aggravare la situazione con la conseguenza che oggi i lavoratori sono costretti ad accettare compromessi o soluzioni che costituiscono "il male minore", pur di non perdere il posto di lavoro.

Ma vediamo come si può trovare un qualche collegamento con Mastrapasqua, dirigente dell'Inps, il nostro istituto per le pensioni.

Leggo su "Il fatto quotidiano": "Finalmente la procura di Roma ha indagato Antonio Mastrapasqua

, collezionista di poltrone con 25 incarichi simultanei ed in conflitto di interesse, per la scandalosa storia delle cartelle gonfiate per portare a casa maggiori rimborsi all'Ospedale israelita, di cui è direttore generale, per un importo di 85 milioni di euro di cui 14 sarebbero non dovuti".  Così in una nota l'associazione di consumatori Adusbef commenta la notizia dell'inchiesta romana che coinvolge anche il numero uno dell'Inps Mastrapasqua.

Nel proseguo si può rilevare, fra l'altro, che questo potente personaggio riceve compensi dal governo per i suoi numerosi incarichi qualcosa come, 1.200.000 Euro. Quello che mi chiedo e se si possa ancora oggi tollerare una diseguaglianza civile così imponente. Lo Stato, che in fin dei conti siamo noi, riconosce compensi vertiginosi a qualche centinaio di persone mentre attribuisce pensioni a volte inferiori a 500 euro! Una sola persona riceve più di quanto non possano ricevere quasi 2000 persone! 

È forse è proprio questo sistema che ha delle falle strutturali a costituire l'anello di congiunzione tra due notizie di cronaca apparentemente non collegate. Dobbiamo solo procurarsi che prima o poi si trovi un modo di porvi rimedio.

luigivitale02.wordpress.com


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