Ormai i metri entreranno sempre più nelle nostre tasche, per misurare la linea del nostro portafogli (e del nostro conto in banca). Che siamo certi arriverà alla prova costume così sottile da far invidia a chiunque.

L'ultima delle novità in fatto di indagini sulle nostre spese, dopo il Redditometro, è lo Spesometro introdotto dal decreto legge 78 del 2010), che aveva subito un rinvio (Dl 70 del 2011) rispetto alla scadenza originaria prima al 15 ottobre 2012 e poi al 31 gennaio 2013. Con questo strumento il Fisco mira ad avere avere informazioni sempre più dettagliate sulle nostre spese, in questo caso quelle effettuate con carte di credito, di debito (bancomat) e prepagate.

Gli intermediari che emettono questo tipo di carte (Visa, Mastercard, ecc.) avranno, o meglio già hanno (entro il 31 gennaio appunto per le spese fatte nel secondo semestre del 2011), l'obbligo di comunicare all'Agenzia delle Entrate tutte le spese per acquisti e operazioni Iva effettuate con questi strumenti. Spese che siano pari o superino l'importo di 3.600 euro, merce rara di questi tempi. Ah, scusate, la cifra è Iva inclusa. La trasmissione deve avvenire entro il 30 aprile dell'anno successivo all'acquisto e dovrà riportare i dati anagrafici di chi ha effettuato la spesa, l'importo (ovviamente!), la data e il codice fiscale del negoziante o operatore presso il quale è stata effettuata la spesa.

Per le spese, anche se inferiori a questa cifra (3.000 Iva esclusa) ma per cui è previsto obbligo di fattura dovranno essere ugualmente comunicate. Sempre per queste ultime la nuova disciplina prevede, tra le altre cose, che la comunicazione comprenda, per ogni cliente e fornitore, l'ammontare complessivo di tutte le operazioni attive e passive effettuate nel periodo di riferimento, senza che abbia rilevanza l'importo unitario.

Entro il 30 aprile 2013 dunque, come da norme semplificate introdotte dall'art.2 comma 6 del DL 16/2012, tutti i super-spendaccioni 2012 saranno tracciabili e dovranno eventualmente rispondere delle proprie spese, se queste non sono all'altezza del proprio reddito. Un altro strumento dunque nato per contrastare l'evasione, che nuovamente temiamo alimenterà il commercio in nero.

Attenzione, attenzione, come ci avvisa l'Agenzia delle Entrate, nella persona di Attilio Befera, lo strumento diventerà presto un modello vero e proprio, così da poter essere facilmente (!) compilato dai gestori emissari. Però almeno noi cittadini saremo risparmiati dall'ennesima tonnellata di carta da riempire, facendo ricchi i nostri commercialisti. Fondamentalmente.

Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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