La Prestige, imbarcazione battente bandiera delle Bahamas, trasportava un carico di 70 mila tonnellate di petrolio e, dopo essersi danneggiata a largo delle coste spagnole, si è spezzata in due tronconi e inabissata provocando così uno dei disastri ecologici più gravi di tutti i tempi. L'Unione europea sembra impotente: gli strumenti normativi di cui l'Europa si era dotata dopo il naufragio di un'altra petroliera, l'Erika, in particolare la direttiva 59 del giugno 2002 che prevedeva un rafforzamento dei controlli nei porti, aumentando il numero degli ispettori, e la pubblicazione di una "lista nera" delle navi a rischio, sembrava potessero scongiurare per sempre disastri ambientali di queste dimensioni. Era stata anche prevista con ulteriori proposte legislative l'eliminazione delle navi a scafo semplice a favore di quelle a doppio scafo e l'istituzione di un'Agenzia
europea per la sicurezza marittima, in grado di valutare l'efficacia delle misure prese e di raccogliere tutte le informazioni dei controlli operati nei porti comunitari. La Prestige era salpata da San Pietroburgo facendo diversi scali nei porti europei: in nessuno di questi è stata ispezionata (Parlamento e Consiglio CE, Direttiva 27 giugno 2002, n.59 relativa all'istituzione di un sistema comunitario di monitoraggio del traffico navale e d'informazione e che abroga la direttiva 93/75/CEE del Consiglio) [Silvia Margaria].

Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: