I proclami e le intenzioni di acquisto della BCE, in tempi di Covid-19 per la ripresa economica, ma non si vedono gli effetti
di Roberto Paternicò - Ormai da giorni, nella spasmodica ricerca di soluzioni finanziarie per attenuare gli effetti del Covid-19 e soprattutto della ripresa economica dell'Eurosistema si valutano e discutono varie soluzioni (MES, OMT, Eurobond, etc.), operazioni di difficile applicazione ed invasive, mentre si dimentica o non si apprezza a sufficienza la potenziale capacità della BCE di poter risolvere il problema.

Bce e Spread

Per essere pragmatici e nel contempo raggiungere, rapidamente, i risultati ricercati, non si comprende perché la BCE non potrebbe attuare una politica di acquisti dedicata ai Paesi UE in sofferenza (es. Italia, Portogallo, Spagna e Grecia) per portare lo spread almeno a differenziale 100 punti e mantenerne questo livello per una durata predeterminata o sino all'auspicata rinascita economica. Superato il limite del "capital key" (acquisti in proporzione alle quote del capitale sociale della BCE detenute dalle rispettive banche centrali nazionali) e stante, invece, il limite di 750 miliardi di euro quale importo complessivo per gli acquisti, resta da capire come questi saranno centrati verso i Paesi che ne hanno più necessità. Da ricordare sull'argomento che nel 2018 la Corte di Giustizia europea sentenziò che la BCE non poteva acquistare titoli del debito di ogni singolo stato membro oltre il 33% del relativo debito (ad esempio: se l'Italia ha un debito pari a 2.000 miliardi, non è possibile acquistare e detenere più di 660 miliardi di euro).

La BCE non può intervenire sul mercato primario dei titoli di stato che dovranno essere assorbiti dal mercato degli investitori (es. le nuove emissioni di BTP), ma il forte acquisto dei titoli sul mercato secondario consentirà di ridurre lo spread per poter emettere i nuovi titoli a tassi d'interesse più bassi, quindi, con un indebitamento a basso costo.
Se tutto ciò è ancora vero, i 740 miliardi approvati potrebbero non essere sufficienti, se non dedicati quasi esclusivamente ai succitati Paesi in sofferenza.
Una BCE, infine, che potrebbe divenire prestatore di ultima istanza, per tutti i Paesi della zona euro (caratteristica di ogni banca centrale) per garantirne il debito e il deficit.

Il programma Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP)

Il programma di acquisto di emergenza pandemico (PEPP) della BCE è una misura di politica monetaria non standard avviata nel marzo 2020 per contrastare i gravi rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria e le prospettive per l'area dell'euro rappresentate dall'epidemia di coronavirus (COVID-19).

Il PEPP è un programma temporaneo di acquisto di attività di titoli del settore pubblico e privato, che ha una dotazione complessiva di 750 miliardi di euro, probabilmente ampliabile come dichiarato recentemente dalla Lagarde. Tutte le categorie di attività ammissibili nell'ambito del programma di acquisto di attività (APP) esistente sono anch'esse ammissibili nell'ambito del nuovo programma. Ai sensi del PEPP, verrà concessa una deroga ai requisiti di ammissibilità per i titoli emessi dal governo

greco. Inoltre, la carta commerciale non finanziaria è ora ammissibile per gli acquisti sia nell'ambito del PEPP che nel programma di acquisti del settore aziendale (CSPP). La durata residua dei titoli del settore pubblico ammissibili all'acquisto nell'ambito del PEPP varia da 70 giorni a 30 anni e 364 giorni.

Per gli acquisti di titoli del settore pubblico nell'ambito del PEPP, l'allocazione di riferimento tra le giurisdizioni sarà la chiave di capitale delle banche centrali nazionali. Allo stesso tempo, gli acquisti saranno condotti in modo flessibile. Ciò consente fluttuazioni nella distribuzione dei flussi di acquisto nel tempo, tra le classi di attività e tra le giurisdizioni.

Il Consiglio direttivo interromperà gli acquisti netti di attivi nell'ambito del PEPP una volta giudicato che la fase di crisi COVID-19 è terminata, ma in ogni caso non prima della fine del 2020 (per il momento).

Lagarde ha aggiunto, di recente, che la Bce "è pronta ad aumentare i programmi di acquisto e a modificarne la composizione nella misura necessaria e per tutto il tempo che servirà.

Esplorerà tutte le opzioni per sostenere l'economia in questa fase di shock".

Bene, tutti gli atti e le dichiarazioni sono state espresse, ma ad oggi lo spread Italia si attesta intorno a 226 punti, ben lontano da circa 132 punti del 16 Settembre 2020. Cosa accade? Al di là degli investitori che al momento sono fermi o stanno fuggendo dai nostri titoli, dov'è l'intervento determinante della BCE?

Assibot

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