Le proposte dei Giovani Avvocati per far fronte alla significativa diminuzione dei notai cui fanno da contraltare gli elevati numeri dell'avvocatura

di Redazione - Pochi notai e tanti avvocati? Una soluzione c'è, basta trasferire competenze dai primi ai secondi. A proporla è l'Associazione Italiana Giovani Avvocati che riflettendo sulla crisi di vocazione notarile, evidenziata in questi giorni dai media, illustra una serie di idee per far fronte al problema.

"Partendo da una attenta analisi del fenomeno, riferita anche all'evoluzione normativa, sociale e tecnologica, il calo numerico è preoccupante per l'interesse primario della cittadinanza a poter usufruire di detti servizi in un regime di adeguata concorrenza" afferma infatti in una nota il presidente dell'Aiga, Michele Vaira. E considerato "che all'esiguo numero dei notai fa da contraltare una consistente presenza di avvocati", categoria che, come noto, non presenta certo "problemi di numeri e/o di vocazioni", essendo anzi "in una profonda crisi di spazi di mercato e di reddito", una rapida ed efficace soluzione per entrambi i problemi "potrebbe essere quella del trasferimento di alcune competenze dai notai agli avvocati, che sono accomunati da una identica provenienza formativa pre-concorsuale" rincara Vaira.

Del resto, spiega l'Aiga, il mondo forense ha sempre dimostrato disponibilità a creare sinergie con altre professioni nel primario interesse dell'utenze e gli avvocati, "che già rivestono la qualifica di pubblici ufficiali relativamente ad alcune attività professionali, ben possono - al pari dei notai - garantire la pubblica fede di numerosi negozi giuridici, con particolare riferimento alla materia contrattuale".

In questa direzione si muove anche la riforma dell'ordinamento forense, "che ha disegnato un professionista specializzato e aggiornato, e adeguate forme di assicurazione obbligatoria per coloro che - al pari di molti colleghi europei - vorranno svolgere le funzioni di public notaries".

Ci sono dunque, sufficienti garanzie di affidabilità e il risultato sarebbe una indubbia competitvità dal punto di vista economico, con "innegabile vantaggio per la cittadinanza".

Un buon punto di partenza, conclude l'Aiga, sarebbe quello di reinserire nel Ddl Concorrenza, la norma (soppressa) che, "pur con alcune (incomprensibili) limitazioni", prevedeva la possibilità per gli avvocati di autenticare gli atti di trasferimento immobiliare.


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