I rientri più massicci previsti dalla legge verranno dalla spending review con tagli di 15 miliardi di euro

Approvata il 15 ottobre scorso dal Consiglio dei Ministri, la legge di stabilità 2015  sta proseguendo il suo iter che, dopo la "bollinatura" ufficiale della Ragioneria generale dello Stato e la firma del presidente della Repubblica, continuerà in Parlamento per l'approvazione del ddl. Intanto, nell'attesa del vaglio dell'Ue rispetto ai vincoli di bilancio, che, pur escludendo una bocciatura netta come ormai ritenuto dagli addetti ai lavori, potrebbe portare ad un sostanziale ridimensionamento delle previsioni dell'esecutivo, vediamo i punti principali della manovra finanziaria.

Una manovra (suddivisa in 47) che vale 36 miliardi di euro, orientata soprattutto al taglio del cuneo fiscale e agli incentivi a famiglie e lavoratori, con il fine di rilanciare l'occupazione e l'economia del Paese, stimolando crescita e consumi, e procrastinando, invece, gli annunciati interventi sulla riforma delle pensioni (salvo lo slittamento al 10 del mese per le doppie pensioni Inps-Inpdap) e sull'unificazione delle imposte sulla casa (Tasi e Imu).

Quanto alle coperture, i rientri più massicci previsti dalla legge verranno dalla spending review (con tagli di 15 miliardi di euro), dall'inasprimento della lotta all'evasione (3,8 miliardi di euro) ed alla ludopatia (un miliardo di euro), mentre oltre 11 miliardi dal deficit aggiuntivo.

Ecco i dieci punti principali della legge:

Bonus Irpef 80 euro

Il bonus fiscale degli 80 euro, introdotto dal d.l. n. 66/2014, viene confermato e diventa stabile. Lasciata invariata la platea dei destinatari (nonostante i tentativi di estenderlo ai redditi superiori), ossia i lavoratori dipendenti e assimilati con reddito lordo complessivo tra 8.000 e 24.000 euro (circa 10 milioni di italiani), il bonus cambia la propria veste, diventando una detrazione e non più un'entrata aggiuntiva;

Sgravi alle famiglie e bonus bebè

Sul piatto della bilancia della stabilità previsti anche 500 milioni di euro per sostenere le famiglie numerose (c.d. "Fondo famiglia") che, secondo quanto dichiarato dall'esecutivo, dovrebbero essere quasi interamente devoluti per finanziare il bonus bebè, in arrivo in via sperimentale dal 2015, dell'importo di 80 euro al mese per le neomamme con redditi familiari fino a 90mila euro lordi annui. Valido per i bambini nati tra il 2013 e il 2015, il bonus sarà esteso fino al terzo anno di età e in presenza di più figli (dal terzo in poi) sarà eliminato il tetto reddituale;

Taglio Irap

Consistente l'intervento previsto sull'Irap, successivo a quello già operato nel corso dell'anno, che consente la deducibilità dall'imposta del costo del lavoro per un importo pari a 5 miliardi di euro per il 2014 e a 6,5 a regime. In realtà, la norma abroga il taglio del 10% operato con il decreto Irpef dell'aprile scorso e pertanto i numeri vanno ridimensionati, decurtando l'incidenza dei due miliardi della precedente riduzione, ma in ogni caso la misura è notevole ed ha la finalità di rilanciare massicciamente l'occupazione;

Sgravi per i neoassunti

Altro importante capitolo riguardante il lavoro e gli incentivi all'occupazione, è quello della decontribuzione sulle nuove assunzioni. Le imprese che assumono con contratto a tempo indeterminato infatti potranno godere dell'azzeramento dei contributi a loro carico per tre anni. Un'operazione che vale quasi 2 miliardi e che, secondo i dati dovrebbe riguardare circa 300.000 lavoratori (800.000 secondo il Governo). A ciò si aggiungono 1,5 miliardi per i nuovi ammortizzatori sociali;

Regime dei minimi e semplificazioni Iva

Per le oltre 900mila partite Iva, la legge di stabilità anticipa anche il riordino del regime dei minimi, previsto nella delega fiscale. L'imposta sostitutiva dal 5% passa al 15% ma si estende la platea (da 15mila a 40 mila euro in base ai settori), senza limiti di età né di tempo, con un beneficio stimato a livello di sgravio fiscale complessivo pari a 800 milioni di euro. In materia di semplificazioni, inoltre, dal 2016 cancellato l'obbligo della dichiarazione unificata e della comunicazione dati Iva, e fissato a febbraio il termine per la presentazione delle dichiarazioni;

Tfr in busta paga

L'anticipazione del TFR in busta paga, uno dei punti più discussi della legge, sarà su base volontaria e sottoposta a tassazione ordinaria. Saranno i lavoratori (esclusi gli agricoli, i domestici e i dipendenti pubblici) a scegliere se avere disponibile direttamente in busta paga il trattamento di fine rapporto. La misura partirà dal marzo 2015 e, di fatto, non comporterà alcun aggravio per lo Stato né costi per le imprese grazie alla garanzia di 100 milioni di euro e all'accordo con le banche;

Risorse per ricerca e sviluppo

Ammonta a circa mezzo miliardo il credito d'imposta sugli investimenti in ricerca e sviluppo. Le risorse saranno destinate alle Pmi che investiranno nell'innovazione, con agevolazioni fiscali del 50% per incrementi annuali di spesa nel settore. Possibile anche il "patent box", ossia un meccanismo destinato a sostenere i brevetti, mediante agevolazioni sui guadagni;

Ecobonus e bonus ristrutturazioni

La legge ha confermato per tutto il 2015 gli sgravi per le ristrutturazioni edilizie e il c.d. "ecobonus" per chi effettua interventi in materia di efficienza energetica. Lasciate invariate anche le percentuali di agevolazioni fiscali (per le quali, invece, secondo la legislazione attuale erano previste delle riduzioni), pari rispettivamente, al 65% per l'ecobonus e al 50% per le ristrutturazioni (e l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici) fino al 31 dicembre 2015;

Scuola e precari

Ammonta a un miliardo di euro per l'anno 2015 e a tre miliardi a decorrere dal 2016 la dotazione del fondo per la realizzazione del piano "La buona scuola" inserito nel "menu" della stabilità. Il fondo dovrà essere finalizzato prioritariamente alla stabilizzazione dei docenti precari e al potenziamento dell'alternanza scuola-lavoro. Annunciati anche 200 milioni di euro per le scuole non statali a partire dal 2015 e incrementi di 150 milioni di euro al fondo per il finanziamento ordinario delle università;

Allentamento patto di stabilità per i Comuni

Le previsioni della spending review inserite in manovra dovrebbero portare a forti tagli agli enti locali (circa 4 miliardi per le Regioni e 1,2 per i comuni), ma i comuni, di contro, beneficeranno di una riduzione del patto di stabilità interno del 70%, pari circa ad un miliardo di euro. Possibile anche la previsione di un piano per la dismissione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, finalizzata sia a ridurre il debito che a finanziare nuovi investimenti.

Scarica il testo del disegno di legge di stabilità 2015

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