La squadra del cuore gioca in trasferta? Va comunque applicato il 'Daspo' ai tifosi violenti. E' quanto chiarisce la Corte di Cassazione (sentenza 43969/2007) che ha respinto il ricorso di un tifoso che si era visto imporre l'obbligo della doppia firma per avere procurato lesioni personali ad altri tifosi nelle vicinanze di uno stadio. L'uomo era anche accusato di aver sottratto a due tifosi percossi con delle spranghe, due sciarpe e degli occhiali da sole. Secondo la Corte va applicata la linea dura contro i tifosi violenti e si deve considerare che "la trasferta in senso sportivo non sempre comporta spostamenti rilevanti o addirittura in citta' diverse, ben potendo realizzarsi l'ipotesi che una stessa citta' veda giocare in contemporanea due squadre calcistiche, delle quali una 'in casa' e, l'altra, 'in trasferta'". Inoltre, spiega la Corte, "gli incontri in trasferta possono avvenire anche nel raggio di pochi chilometri: per tanto, anche in tal caso, l'obbligo della duplice presentazione ha indubbiamente una sua logica, nel senso che il soggetto, dopo aver adempiuto l'obbligo di una sola firma, potrebbe raggiungere il luogo ove si svolge la competizione sportiva in trasferta ovvero dove transitano i tifosi, per dare sfogo, anche al termine della partita, a manifestazioni di aggressivita'". Del resto, continua la Corte, "diversamente argomentando, diverrebbe estremamente arduo distinguere le prescrizioni in relazione al calendario delle partite, con il rischio concreto di vanificare lo scopo della misura, rendendo piu' agevole per l'intimato la sua possibilita' di sottrarsi al precetto, accampandone a propria giustificazione la non facile conoscibilita'".

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