Si tratta di una prestazione economica destinata a persone che non hanno più la capacità lavorativa


La pensione ordinaria di inabilità, disciplinata dall'articolo 2 della legge 222 del 1984, è una prestazione economica destinata a persone che non hanno più la capacità lavorativa. Questa forma di sostegno è pensata per coloro che, pur avendo lavorato e versato contributi per un certo numero di anni, si trovano in una condizione di salute tale da impedirgli di svolgere qualsiasi attività lavorativa. È importante sottolineare che questa pensione si differenzia da altre forme di sostegno economico legate all'invalidità, concentrandosi specificamente sull'assoluta incapacità di lavorare.

Pensione ordinaria di inabilità: requisiti fondamentali

Per poter accedere alla pensione ordinaria di inabilità, è necessario soddisfare specifici requisiti. Innanzitutto, il richiedente deve sottoporsi a una visita medica presso l'INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale). Durante questa visita, una commissione medica ha il compito di accertare e confermare una totale inabilità lavorativa, quantificata nel 100%. Senza questo riconoscimento ufficiale da parte dell'INPS, non è possibile procedere con la richiesta della pensione.

Oltre al riconoscimento della totale inabilità lavorativa, è fondamentale aver maturato un minimo di 5 anni di contributi. Questi contributi possono essere di diversa natura: vengono presi in considerazione sia i contributi effettivi versati per attività di lavoro subordinato o autonomo, sia alcuni tipi di contributi figurativi. Tuttavia, è importante precisare che non tutti i contributi figurativi sono validi ai fini del raggiungimento di questo requisito, ma solo quelli derivanti da periodi specifici legati al lavoro dipendente o autonomo.

Procedura, documentazione e visita Medica

La procedura per richiedere la pensione ordinaria di inabilità prevede alcuni passaggi ben definiti. Il primo passo consiste nella presentazione di una domanda specifica, accompagnata da una certificazione medica particolare, utilizzando il modello SS3, che è diverso da quello utilizzato per le richieste di invalidità civile.

Un ruolo cruciale in questa fase è rivestito dal medico di famiglia del richiedente. È compito del medico curante redigere un certificato medico dettagliato che riporti in modo completo l'anamnesi, la diagnosi e tutte le informazioni rilevanti relative alle patologie del paziente. Più il certificato medico è completo e ricco di dettagli, maggiori sono le probabilità che la commissione medica INPS e, eventualmente, il tribunale in caso di contenzioso, possano avere un quadro chiaro e preciso della condizione di salute del richiedente. Questo certificato ha lo scopo di attestare la situazione sanitaria del paziente così come è conosciuta dal medico curante.

Differenza tra assegno e pensione

È importante distinguere la pensione ordinaria di inabilità dall'assegno ordinario di invalidità, anch'esso regolato dalla legge 222 del 1984. L'assegno ordinario di invalidità è destinato a persone la cui capacità lavorativa si è ridotta a meno di un terzo, ma che conservano comunque una residua capacità di svolgere un'attività lavorativa.

La pensione ordinaria di inabilità, invece, è concessa a coloro che sono riconosciuti come totalmente inabili al lavoro. Questa distinzione è fondamentale, poiché le due prestazioni non sono compatibili tra loro. L'assegno ordinario di invalidità viene percepito da chi, pur con una ridotta capacità lavorativa, è ancora in età lavorativa, mentre la pensione di inabilità è per chi non può più lavorare.

Revisioni e trasformazione in pensione di vecchiaia

Anche dopo aver ottenuto la pensione ordinaria di inabilità, il beneficiario potrebbe essere sottoposto a revisioni mediche. L'INPS ha la facoltà di convocare periodicamente il pensionato per accertare se le condizioni patologiche siano migliorate al punto da rendere nuovamente idoneo al lavoro4 . In caso di esito positivo della revisione, la pensione potrebbe essere revocata. Tuttavia, se la condizione di totale inabilità al lavoro viene confermata nel tempo, al compimento dei 67 anni di età, la pensione ordinaria di inabilità si trasforma automaticamente in pensione di vecchiaia.

Compatibilità con l'accompagnamento

Un aspetto importante da considerare è la compatibilità della pensione ordinaria di inabilità con altre prestazioni assistenziali. In particolare, la pensione di inabilità è compatibile con l'indennità di accompagnamento. È fondamentale ricordare che l'indennità di accompagnamento è un sostegno economico concesso a persone non autosufficienti, che necessitano di assistenza continua per compiere gli atti quotidiani della vita. Questa indennità viene erogata a prescindere dal reddito del beneficiario. La compatibilità tra la pensione di inabilità e l'indennità di accompagnamento riconosce la possibilità che una persona totalmente inabile al lavoro possa anche necessitare di assistenza continua.

L'importanza della Consulenza Professionale

Data la complessità della materia, che intreccia aspetti medici e giuridici, è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista come un avvocato per valutare accuratamente la propria situazione e per essere guidati correttamente nella presentazione della domanda e in eventuali fasi di contenzioso. Un parere medico legale può essere fondamentale per valutare le condizioni di salute e la loro rilevanza ai fini dell'ottenimento della pensione.

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