Il reato di morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina prevede il carcere fino a 30 anni per la morte di più persone

Decreto immigrazione 2023

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Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e dei Ministri dell'interno, Matteo Piantedosi, della giustizia, Carlo Nordio, del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, e dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha approvato in occasione del Consiglio dei ministri tenutosi a Cutro (KR) il 9 marzo 2023, un decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare.

Le nuove norme rafforzano gli strumenti di contrasto ai flussi migratori illegali e all'azione delle reti criminali che operano la tratta di esseri umani, semplificano le procedure per l'accesso, attraverso canali legali, dei migranti qualificati.

Di seguito le principali novità del decreto.

Reato di morte o lesioni come conseguenza dell'immigrazione clandestina

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Si introduce il nuovo reato di "morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina", che prevede gravi pene:

  • da 10 a 20 anni per lesioni gravi o gravissime a una o più persone;
  • da 15 a 24 anni per morte di una persona;
  • da 20 a 30 anni per la morte di più persone.

Le altre novità del decreto di contrasto all'immigrazione clandestina

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Tante le novità del decreto per contrastare l'immigrazione clandestina. Ecco una carrellata:

Espulsioni e ricorsi

Ai fini dell'esecuzione dei decreti di espulsione disposti a seguito di condanna, viene eliminata la necessità di convalida del giudice di pace.

Flussi di ingresso lavoratori stranieri

Vengono fissate nuove modalità per l'ingresso dei lavoratori stranieri. Le quote di stranieri da ammettere in Italia per lavoro subordinato saranno definite per un triennio e non più solo per un anno (2023-2025), con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previo parere - tra l'altro - delle Commissioni parlamentari competenti.
In via preferenziale, le quote saranno assegnate ai lavoratori di Stati che promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche sui rischi per l'incolumità personale derivanti dall'inserimento in traffici migratori irregolari.

Permesso soggiorno e ingressi per lavoro

Si modificano le norme sui titoli di ingresso e soggiorno per lavoro subordinato dei cittadini stranieri. In particolare, si semplifica l'avvio del rapporto di lavoro degli stranieri con aziende italiane e si accelera la procedura di rilascio del nulla osta al lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale.

Corsi di formazione

Vengono previsti ingressi fuori quota per stranieri che hanno superato, nel Paese di origine, i corsi di formazione riconosciuti dall'Italia, che saranno promossi dal Ministero del lavoro.

Permesso di soggiorno lavoro più lungo

Si interviene anche sulla durata del permesso di soggiorno: i rinnovi del permesso di soggiorno rilasciato per lavoro a tempo indeterminato, per lavoro autonomo o per ricongiungimento familiare avranno, infatti, durata massima di tre anni, anziché due come oggi.

Contrasto alle agromafie

Si stabilisce che i datori di lavoro che hanno fatto domanda per l'assegnazione di lavoratori agricoli e non sono risultati assegnatari abbiano la priorità rispetto ai nuovi richiedenti.

Inoltre, al fine di proteggere il mercato nazionale dalla criminalità agroalimentare, il decreto prevede che "il personale dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, inquadrato nell'area delle elevate professionalità e nell'area funzionari, ha la qualifica di ufficiale di polizia giudiziaria; il restante personale inquadrato nell'area assistenti e nell'area operatori è agente di polizia giudiziaria".

Centri accoglienza migranti

Vengono introdotte norme per il commissariamento della gestione dei centri governativi per l'accoglienza o il trattenimento degli stranieri, e comunque per farne proseguire il funzionamento.
Si prevede la facoltà, in sede di individuazione, acquisizione o ampliamento dei centri di permanenza per i rimpatri (CPR), di derogare al codice dei contratti pubblici, "consentendo una maggiore speditezza nello svolgimento delle procedure".

L'efficacia della deroga è limitata fino al 31 dicembre 2025.

Infine, si definisce meglio la protezione speciale per evitare interpretazioni che portino ad un suo allargamento improprio. La nuova disciplina, in particolare, grazie ad una norma transitoria opererà dall'entrata in vigore del decreto legge.


Foto: 123rf.com
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