Per il tribunale di Napoli, decisive le prove prodotte dall'investigatore privato nell'ottenere la revoca dell'assegno di mantenimento alla ex

Assegno di mantenimento e detective

In sede di divorzio un uomo ha chiesto ad un investigatore privato di accertare la capacità reddituale della ex moglie al fine di rideterminare l'assegno di mantenimento.

Nel corso dell'attività investigativa il detective privato ha rilevato che la donna presta attività di collaboratrice domestica, circostanza poi confermata nel corso della sua testimonianza.

L'esito dell'accertamento investigativo ha consentito di escludere la componente assistenziale dell'assegno che, insieme a quella perequativa-compensativa, è finalizzata a ristabilire una situazione di equilibrio fra le parti.

Stop all'assegno di mantenimento: la decisione del tribunale di Napoli

Secondo il Giudice (Tribunale Napoli, 1° sez. civ., sentenza n. 6249 del 21.6.2022) non ci sono i presupposti per un assegno assistenziale e perequativo-compensativo in quanto l'investigazione privata ha dimostrato la capacità della donna di produrre reddito, e perché la stessa ha percepito un assegno di mantenimento per ben undici anni.

Questa ultima circostanza è stata ritenuta sufficiente per ristorarla dei sacrifici compiuti nel corso del matrimonio.

La donna, inoltre, in considerazione della giovane età (44 anni) ha capacità lavorative, anche perché la separazione è avvenuta quando aveva circa 30 anni e ben poteva già da allora intraprendere una attività maggiormente remunerativa di quella attuale.

Oltretutto la stessa non ha dimostrato di avere delle capacità e degli obiettivi che ha accantonato durante il matrimonio per dedicarsi interamente alla famiglia.

Pertanto, il mantenimento percepito durante la separazione è stato ritenuto più che sufficiente a "risarcirla" degli eventuali sacrifici e delle rinunce (oltretutto non dimostrate) effettuate nel corso della vita matrimoniale.


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