Sulla Riforma del processo penale infuriano critiche e polemiche: per Travaglio è una Controriforma, per Gratteri l'improcedibilità è una tagliola. E la nuova prescrizione potrebbe 'toccare' anche i reati di mafia

Gratteri: la riforma è una tagliola

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Sulla "nuova prescrizione" o istituto della "improcedibilità" dalla Riforma Cartabia, da giorni giornalisti e addetti ai lavori non risparmiano le proprie critiche.

L'istituto prevede infatti la morte del processo che dura più di due anni in Appello (tre solo per i reati più gravi) e uno in Cassazione (o 18 mesi).

Il Procuratore Capo di Catanzaro Gratteri, nel suo intervento in video conferenza in commissione Giustizia sull'improcedibilità dichiara: "fissare una tagliola con un termine così ristretto vuol dire non assicurare che tutto venga adeguatamente analizzato con la dovuta attenzione, aumento smisurato di appelli e ricorsi in Cassazione perché se prima qualcuno non presentava impugnazioni con questa riforma a tutti, nessuno escluso, conviene presentare appello e poi ricorso in Cassazione non foss'altro per dare più lavoro, ingolfare di più la macchina della giustizia e giungere alla improcedibilità."

In un'intervista a "Domani" ha poi chiarito: "È una riforma che non serve alla sicurezza dei cittadini italiani, non serve a dare giustizia alle parti offese, a coloro i quali hanno subìto vessazioni da parte di mafiosi o criminalità comune. Una riforma che è una tagliola. Premia tutti quelli che sono imputati in un processo."

Immediate le repliche della Cartabia in particolare sulla questione dei procedimenti per mafia: "Spesso, in questi giorni si è detto che i procedimenti di mafia e terrorismo andranno in fumo. Non è così, perché i procedimenti che sono puniti con l'ergastolo, e spesso lo sono quelli per mafia, non sono soggetti ai termini dell'improcedibilità. E per i reati più gravi si prevede, in ogni caso, una possibilità di proroga."

Niente ergastolo per le associazioni di tipo mafioso

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Dalle parole della Cartabia emerge che i reati di mafia, spesso puniti con la pena dell'ergastolo, stando alle sue parole, non sono toccati dalla improcedibilità/prescrizione.

Analizzando però il codice penale vigente si nota che un reato come quello di associazione mafiosa, previsto e disciplinato dall'art. 416 bis c.p. non contempla la pena dell'ergastolo

. Ne consegue che anche questi reati potrebbero diventare "improcedibili" e quindi andare in fumo, a meno che, non venga confermato l'emendamento del Governo che esclude l'applicazione dell'istituto dell'improcedibilità per quei reati che vengono puniti con la pena dell'ergastolo "anche come effetto dell'applicazione di circostanze aggravanti."

Travaglio: più che riforma è una controriforma

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Parole assai dure contro la Riforma del processo penale anche quelle di Marco Travaglio, che in articolo del 9 luglio la definisce "Controriforma." L'istituto della prescrizione, così come pensato, secondo Travaglio "incentiva le impugnazioni e gli ostruzionismi strumentali, moltiplicando il numero e la durata dei processi." Il Direttore de "Il fatto quotidiano" nega che questa nuova concezione della prescrizione risponda alle richieste dell'Europa. L'UE in realtà chiede all'Italia solo una giustizia più semplice, rapida ed efficiente con meno prescrizioni e meno impugnazioni.

Apertura di Draghi e Cartabia: la Riforma va cambiata

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Le critiche alla Riforma del processo penale sono state accolte dal Presidente del Consiglio e dalla ministra della Giustizia, che hanno ammesso come in effetti la riforma possa essere migliorata.

Un'attenzione particolare merita senza dubbio l'istituto della improcedibilità, che fa morire i processi e che il premier ha definito come un punto "da prendere in considerazione."

Durante la conferenza stampa tenuta insieme alla guardasigilli, Draghi ha affermato infatti che: "C'è stato un testo approvato all'unanimità in Cdm e questo è un punto di partenza, siamo aperti a miglioramenti di carattere tecnico, si tratterà di tornare in consiglio dei ministri."

"La riforma del processo penale è stata oggetto di una richiesta di un voto di fiducia da parte del presidente del Consiglio, il che non esclude di poter
apportare degli aggiustamenti tecnici su alcuni dei punti che hanno destato maggiore preoccupazione" ha confermato la Guardasigilli intervenendo al XXXIV Congresso Nazionale Forense.

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