La modifica per accelerare l'ingresso nei giovani nel lavoro nel Piano nazionale di ripresa e resilienza: Ma gli avvocati sono esclusi

Lauree abilitanti, la riforma nel Recovery plan

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Trova posto nel Recovery plan la riforma delle lauree abilitanti. La bozza del testo chiarisce che «La riforma prevede la semplificazione delle procedure per l'abilitazione all'esercizio delle professioni rendendo l'esame di laurea coincidente con l'esame di stato, con ciò rendendo semplificando e velocizzando l'accesso al mondo del lavoro da parte dei laureati». L'esame oggi nell'Aula della Camera con le comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi prima che i documenti siano trasmessi alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza. A seguire il dibattito generale, ma non si procederà subito alla votazione delle risoluzioni: si dovrà attendere martedì 27 aprile.

Lauree abilitanti, la ratio

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La ratio della riforma però non è solo quella di facilitare l'accesso dei giovani laureati al mercato del lavoro, ma anche di metterli in grado di rispondere alle richieste della società, quindi alle esigenze sanitarie e produttive del Paese. Per poter ottenere l'accesso alla professione direttamente con una di queste lauree senza l'esame di Stato è necessario avere crediti acquisiti mediante tirocinio già durante il corso di studi. Non a casa, attualmente, la laurea abilitante interessa già le professioni sanitarie come l'infermiere o il fisioterapista, ed impone la revisione del corso di studi prevedendo un "piano" tarato sulle competenze professionali e forse anche un percorso di tirocinio all'interno del ciclo universitario.

Lauree abilitanti, Sisto: «Non per gli avvocati»

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L'idea era partita dall'ex ministro dell'Università, Gaetano Manfredi, per rendere più veloci i processi di abilitazione alle professioni. Ma le riforme non abbracceranno l'ampia platea che si potrebbe immaginare. Nello specifico, trattandosi di percorsi professionali, restano fuori gli avvocati, ad esempio. A chiarire bene il concetto ci pensa il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ne ridimensionano immediatamente la portata: «L'ipotesi di lauree idonee da sole a far conseguire abilitazioni professionali non trova applicazione né per gli avvocati né per altre categorie professionali come i commercialisti, gli ingegneri e i notai. Si tratta, infatti, di percorsi professionali che, per specificità, sono esclusi da tali eventuali ipotesi». Considerate queste autorevoli esclusioni, di quali professioni potrà trattarsi?


Foto: 123rf.com
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