La Presidente della commissione Igiene e Sanità al Senato assicura che il testo sull'utilizzazione dei DAE anche fuori dagli ospedali verrà esaminato in tempi brevissimi e votato in poche settimane

Defibrillatori: il d.d.l. al Senato

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Si torna a parlare di defibrillatori. Qualcosa, infatti, si starebbe muovendo al Senato dove, a seguito dell'approvazione della Camera, è approdato il d.d.l. recante "Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero".


Nel dettaglio, il testo ha incassato ben 502 sì a Montecitorio, ma questo accadeva a fine luglio del 2019. In teoria, avendo raccolto un ampio e pressoché unanime consenso bipartisan in Parlamento, ci si aspettava che quella che è stata definitiva una "legge di civiltà" sarebbe stata definitivamente approvata in breve tempo anche a Palazzo Madama, quasi sicuramente entro la fine del 2019.

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Così, purtroppo, non è stato: per quasi un anno il testo della proposta di legge S 1441 è rimasto "arenato" in Commissione Igiene e sanità in sede deliberante e, complice l'emergenza Coronavirus, l'attività parlamentare è stata in gran parte assorbita dalla valutazione dei provvedimenti d'emergenza adottati dal Governo.

Nonostante questo "freno", le motivazioni alla base del d.d.l. volto a favorire la progressiva diffusione e utilizzazione dei defibrillatori anche in luoghi diversi dagli ospedali non hanno affatto perso di importanza. Anzi, il tema è ancora tra quelli cari all'opinione pubblica e su cui si ritiene ancora importantissimo sensibilizzare la popolazione.

Arresto cardiaco: 65mila decessi l'anno in Italia

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Ogni anno, infatti, si registrano in Italia tra i 60mila e i 70mila decessi per arresto cardiaco, un numero pari quasi al doppio delle morti causate sinora dal Coronavirus nel nostro paese. L'allarme è stato rilanciato anche associazioni e professionisti sanitari, in primis l'Associazione Italiana Cuore e Rianimazione "Lorenzo Greco" Onlus, che alcuni mesi fa hanno sottoscritto un appello per sollecitare l'approvazione del provvedimento.

Per approfondimenti: Defibrillatori ovunque: appello per la legge

Il documento rammenta come l'arresto cardiaco continui a colpire in Italia "oltre 65000 cittadini ogni anno (200 al giorno)" e come la pandemia del Coronavirus abbia "sicuramente fatto aumentare anche i casi di arresto cardiaco extra-ospedaliero, soprattutto nelle zone rosse con anche percentuali maggiori di 10 punti rispetto allo stesso periodo dell'anno. Società scientifiche, studi ed esperti sono concordi nell'affermare che tante persone a casa hanno sottovalutato i sintomi e ritardato la chiamata ai soccorsi per la paura di contagi".

E in un simile scenario, il defibrillatore appare come "l'unico strumento in grado di riconoscere e risolvere le aritmie cardiache maligne che potrebbe far aumentare la sopravvivenza da arresto cardiaco fino al 60% diversamente dall'attuale 5% nazionale".

Ciò in quanto sono sempre più gli episodi di arresto cardiaco avvenuti innanzi a testimoni e con un tragico epilogo dovuto, "oltre al palese ritardo o mancato soccorso", anche "all'impossibilità di far ripartire il cuore attraverso l'uso del defibrillatore ancora purtroppo considerato strumento "pericoloso e non necessario".

Per Giorgio Mulè (Forza Italia), relatore e promotore del d.d.l., "non c'è da attendere oltre" in quanto "tardare ancora significa condannare a morte o evitare di salvare centinaia di vite umane al giorno".

Parente: "il d.d.l. sarà esaminato in tempi brevissimi"

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Nell'ultimo periodo qualcosa si sarebbe finalmente mosso. Lo si apprende dalle parole della senatrice Annamaria Parente (Italia Viva), neo presidente della commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama che al Sole24Ore ha annunciato la chiusura della discussione generale: "ora aspettiamo il parere della commissione Bilancio e poi la esamineremo un tempi brevissimi".

"Il ritardo sulla legge sui defibrillatori è per me motivo di sofferenza - ha scritto la senatrice su Facebook lo scorso 12 settembre - ma sono certa che lo sia anche per tutti le colleghe e i colleghi della Commissione che mi onoro di presiedere. Metteremo tutto il nostro impegno per votare la legge nel giro di pochissime settimane".

Sulla presenza di eventuali modifiche al provvedimento, la senatrice Parente afferma che "la legge è sicuramente perfettibile estendendo l'obbligatorietà in altri luoghi, ma sarebbe meglio approvarla presto, anche perché daremmo subito la possibilità al governo di definire il programma pluriennale per favorire la progressiva diffusione e l'utilizzazione dei dispositivi di defibrillazione negli uffici pubblici e sui mezzi di trasporto, con priorità per le scuole di ogni ordine e grado e per le università".

Marcello Segre, presidente dell'associazione italiana Cuore e rianimazione Lorenzo Greco onlus, auspica "che il defibrillatore possa essere introdotto anche nelle dotazioni obbligatorie di ogni luogo di lavoro e che si possa attuare una riduzione dell'Iva dal 22% al 5%, trattandosi di un elettromedicale compensata sicuramente dalla nuova normativa che incentiverebbe la dotazione e la diffusione di questo strumento salva vita".

Defibrillatori ovunque: cosa prevede il d.d.l.

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La proposta vuole favorire la progressiva diffusione e l'utilizzazione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni (DAE) anche fuori dagli ospedali, in primis nelle sedi delle pubbliche amministrazioni, ma anche in aeroporti, stazioni ferroviarie e porti, ma anche presso infrastrutture e mezzi di trasporto, nonché presso i gestori di pubblici servizi.

Viene affidata a un "Programma pluriennale", predisposto entro 120 giorni dalla data di approvazione della legge con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della salute e di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e per la pubblica amministrazione, la definizione delle modalità di diffusione e utilizzazione dei DAE, con priorità per scuole e università.

Per quanto riguarda i DAE installati in luoghi pubblici, i dispositivi dovranno essere essere collocati, ove possibile, in teche accessibili al pubblico 24 ore su 24 e un'apposita segnaletica dovrà indicarne la posizione in maniera ben visibile e univoca.

Il Ministero della Salute, di concerto con il MIUR, dovrà occuparsi di promuovere la cultura del primo soccorso in situazioni di emergenza attraverso una campagna di sensibilizzazione annuale presso gli istituti di istruzione primaria e secondaria rivolta a docenti e non docenti, educatori, genitori e studenti e finalizzata a informare e sensibilizzare sulle manovre di rianimazione cardiopolmonare e sull'uso dei DAE.


Foto: 123rf.com
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