Ecco i casi in cui la giurisprudenza di merito e di legittimità ha addebitato la separazione al coniuge che su Facebook ha rivelato la relazione extraconiugale

Addebito per la moglie che annuncia su Facebook di essere fidanzata con un altro

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A doversi occupare della domanda di addebito avanzata da un marito, tradito dalla moglie che, senza farsi troppi problemi, annuncia su Facebook il fidanzamento con un altro è il Tribunale di Bari nella sentenza n. 2525/2020. Il marito è affetto da sclerosi multipla e vive sulla sedia a rotelle. La moglie invece è una giovane ecuadoriana che, forse scoraggiata dalla prospettiva di doversi occupare in futuro del marito malato, annuncia su Facebook la nuova relazione, posta dei selfie con il nuovo compagno e dopo un viaggio nel paese di origine se ne va di casa per trasferirsi dal "fidanzato". Condotte che fanno ritenere, secondo una massima di comune esperienza, che la relazione duri da tempo.

Come ha modo di chiarire il giudice poi, per quanto riguarda il tema dell'addebito, non è necessario l'evento lesivo nella condotta del coniuge a cui viene addebitata l'intollerabilità della convivenza. E' sufficiente la consapevolezza di violare con il suo comportamento i doveri coniugali. E in questo caso è indubbio che rendere nota la "nuova" relazione ad amici e parenti su Facebook provochi la rottura del rapporto.

Addebito a chi sbandiera la relazione extraconiugale su Facebook

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Si è beccato l'addebito della separazione anche il marito che, dichiarando apertamente nelle pagine di un social network la sua relazione sentimentale extraconiugale, è stato scoperto dalla moglie. Tale rivelazione pubblica ha reso infatti intollerabile la convivenza con la moglie, che in sede di separazione ha chiesto l'addebito a carico del traditore. Domanda che il Tribunale di Roma ha subito accolto con la sentenza n. 456/2016, non solo perché il marito ha violato l'obbligo di fedeltà matrimoniale, ma anche per le modalità con cui lo stesso ha reso pubblica la propria relazione, che risultano senza dubbio lesive della dignità e dell'onore della moglie.

Lo status su Facebook da sposata a "separata" può costare il risarcimento

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In un altro caso invece una donna, ancora ufficialmente coniugata, cambiava il proprio status su Facebook, prima del giudizio di separazione, dichiarando di essere già "separata" e definendo il marito "verme".

In questo caso il Tribunale di Torre Annunziata con la sentenza n. 2643/2016 ha chiarito che Facebook deve essere considerato come una sorta di "piazza" per cui pubblicizzare la relazione extraconiugale è lesivo della dignità dell'altro coniuge. La sanzione per questa condotta può essere l'addebito della separazione o il risarcimento del danno non patrimoniale, come verificatosi nel caso di specie. La moglie infatti con la sua condotta non ha solo violato l'obbligo di fedeltà matrimoniale, ma ha anche leso la reputazione del marito.

Applicazione di un principio che la Cassazione ha sancito con la sentenza n. 18853/2011, secondo cui: "I doveri che derivano ai coniugi dal matrimonio hanno natura giuridica e la loro violazione non trova necessariamente sanzione unicamente nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia, quale l'addebito della separazione, discendendo dalla natura giuridica degli obblighi su detti che la relativa violazione, ove cagioni la lesione di diritti costituzionalmente protetti, possa integrare gli estremi dell'illecito civile e dare luogo al risarcimento dei danni non patrimoniali ai sensi dell'art. 2059 cod. civ. senza che la mancanza di pronuncia di addebito in sede di separazione sia preclusiva dell'azione di risarcimento relativa a detti danni."ù

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