Varato dal Governo il Piano Nazionale di Riforme che mette mano al fisco, alla scuola, al salario minimo e prevede più aiuti per le famiglie

Cos'è il Piano Nazionale di Riforme

[Torna su]

Il Ministro dell'Economia Gualtieri, nella premessa del Piano nazionale di Riforme (PNR), approvato nel Consiglio dei Ministri del 6 luglio 2020, sostiene che, dopo la crisi prodotta dall'emergenza Covid "non vi è tempo da perdere" se si vuole evitare una vera e propria depressione economica. Necessario utilizzare al meglio le risorse messe in campo dall'UE.

Il PNR infatti definisce le linee del Recovery Plan che sarà utilizzato dall'Italia per chiedere gli aiuti all'UE.

Il piano nazionale di riforma, documento che accompagna il DEF, in cui il governo elenca gli obiettivi per il paese per il prossimo triennio, concentra la propria attenzione su tre linee strategiche:

  • modernizzazione del Paese;
  • transizione ecologica;
  • inclusione sociale e territoriale e parità di genere.

L'urgenza è quella di aiutare le famiglie e le imprese, mettendo in campo le riforme attese da tempo e fornendo il sostegno necessario per una ripartenza sostenibile anche dal punto di vista sociale e ambientale. Maggiori investimenti anche nella sanità e treni ad alta velocità per ridurre i tempi di accesso alla capitale.

Ora però vediamo in maggiore dettaglio le misure del piano.

Riforma del fisco

[Torna su]

L'alleggerimento della pressione fiscale, iniziato con il taglio del cuneo da luglio, verrà attuato attraverso una riforma complessiva della tassazione diretta e indiretta, con l'obiettivo di un fisco più equo, trasparente e semplice per i cittadini. Meno tasse per ceti medi e famiglie con figli per far sì che il sistema economico transiti verso una "maggiore sostenibilità ambientale e sociale".

Contrasto all'evasione

Alla riforma fiscale si accompagna anche la revisione delle imposte ambientali e l'abolizione dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad). Riqualificazione della spesa pubblica per migliorare i saldi di bilancio e ridurre il rapporto debito/pil dei prossimi dieci anni.

Niente condoni

Il Ministro Gualtieri dice basta ai condoni, i quali "generando aspettative circa la loro reiterazione, riducono l'efficacia della riscossione delle imposte". Da preferire un piano di controlli più efficace.

Scuola e banda larga

[Torna su]

Si vuole garantire entro due anni la connessione con fibra ottica e 1 Gbps a tutte le scuole per permettere l'adozione di "forme sistemiche di teledidattica". Obiettivo che riguarda anche le scuole primarie e quelle dell'infanzia nelle cosiddette "aree bianche", in cui la connessione non arriva come in altre parti del territorio. Connettività gratuita per 5 anni, compresa la manutenzione delle reti.

Per scongiurare il fenomeno delle "classi pollaio" si vogliono rivedere i criteri che stabiliscono i limiti numerici della classi così come previsti dal Dpr 81/2009, per garantire un equilibro maggiore tra didattica e organizzazione del personale. In questo modo gli istituti scolastici possono scomporre le classi in gruppi di livello, recuperare gli apprendimenti e, in base al curriculum dello studente, valorizzarne l'identità, le abitudini, le potenzialità e le capacità.

Più spesa pubblica per la ricerca e l'istruzione, la maggiore parte della quale destinata a finanziare progetti di ricerca finalizzati a perseguire obiettivi di sostenibilità ambientale e digitalizzazione, anche per aumentare la produttività.

Famiglia: educazione, congedi e lavoro femminile

[Torna su]

Il Family Act prevede l'assegno universale, misura base delle politiche a sostegno economico delle famiglie. Aiuti anche per l'educazione dei figli, riorganizzazione della normativa sui congedi parentali, promozione del lavoro femminile e misure per incentivare l'autonomia dei giovani. Misure quindi di varia natura, non solo economica, rivolte a tutte le famiglie con figli.

Semplificazione per la crescita

[Torna su]

Semplificazione delle procedure amministrative, pianificazione e autorizzazione dei lavori pubblici per velocizzare gli appalti, gli investimenti pubblici e far crescere l'economia".

Salario minimo

[Torna su]

Si vuole istituire il salario minimo per conferire maggiore potere d'acquisto ai salari, al fine di proteggere e rafforzare la contrattazione nei settori più deboli a bassa sindacalizzazione, in cui è assente la contrattazione di secondo livello.

Centri per l'impiego più forti

[Torna su]

Per attuare al meglio il Reddito di cittadinanza si vogliono potenziare i centri per l'impiego e le politiche attive (Cpi), attraverso un piano di investimenti finalizzato alla riqualificazione della rete dei servizi per il lavoro e sociali per realizzare anche l'obiettivo dell'inclusione attiva e del benessere collettivo. Si vuole inoltre continuare la sperimentazione già avviata sull'assegno individuale di ricollocazione.

Leggi anche Unione Europea, ecco i tempi del Recovery fund


Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: