Come conseguenza del bando di Trump, Google non fornirà più al colosso cinese hardware, software e servizi. Ecco quali sono le contromosse di Huawei e cosa cambia per gli utenti

di Gabriella Lax - Guai in vista per Huawei. A causa delle limitazioni imposte dal governo Trump a numerose aziende tecnologiche cinesi il colosso cinese rischia di perdere milioni e milioni di euro e di utenze. Google ha deciso di sospendere ogni rapporto commerciale con l'azienda, mandando in frantumi accordi milionari. Le conseguenze sono notevoli per tutti gli utenti dei telefonini Huawei e Honor: ciò significherebbe rinunciare ad Android aggiornato ma anche a Gmail e Playstore.

Facciamo il punto della vicenda:

Addio ad Android?

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La mossa di Google di sospendere la licenza è derivata dalla decisione del dipartimento del Commercio degli Stati Uniti di inserire Huawei nella sua "Entity List", ossia l'elenco delle aziende che non possono acquistare prodotti tecnologici dalle società statunitensi senza una precedente approvazione da parte del governo. La sospensione della licenza fa sì che Huawei possa utilizzare solamente la versione open source di Android, dunque la cosiddetta versione base del sistema operativo, sulla quale poi Google costruisce la versione che viene poi installata sugli smartphone dei principali produttori, con accordi e licenze d'uso. Le conseguenze ben più catastrofiche, oltre alla mancanza di alcuni servizi di Google, Huawei potrebbe avere problemi a diffondere gli aggiornamenti di sicurezza per i suoi dispositivi. Ma Google non è la sola azienda a voler sospendere ogni contatto con Huawei che, da qualche mese si trova nell'occhio del ciclone per le accuse di spionaggio in Usa per conto del governo cinese. Produttori mondiali di microchip Intel, Qualcomm e Broadcomm stanno sospendendo le forniture dei loro componenti, che Huawei utilizza nei suoi dispositivi.

Le contromosse di Huawei

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Cosa implicherebbe rinunciare a Google? In sintesi servizi quali Gmail e Play Store (senza il quale sarebbe impossibile aggiornare le app), il negozio digitale di Big G, scomparirebbero dai successivi prodotti firmati dall'azienda cinese. Dal canto suo il colosso asiatico rassicura gli utenti, sostenendo che i dispositivi funzioneranno: «Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi a tutti gli smartphone e tablet esistenti di Huawei e del marchio Honor, sia per quelli già venduti sia per quelli ancora in magazzino. Continueremo a costruire un ecosistema sicuro e sostenibile, in modo da offrire la migliore esperienza ai nostri utenti su scala globale». L'azienda ha sottolineato che negli ultimi 30 anni ha stabilito buoni rapporti di collaborazione con clienti in oltre 170 paesi in tutto il mondo. «In questo momento speciale, speriamo di condividere le difficoltà con i clienti di tutto il mondo» si legge in una lettera inviata ai clienti di tutto il mondo.

Sembra che il colosso temesse di trovarsi in una situazione del genere, e che, dunque, già da qualche mese, gli esperti stessero lavorando a un proprio sistema operativo, Huawei OS, capace di fare concorrenza tanto ad Android che ad iOS. Ma al momento il software sarebbe ancora troppo immaturo e restano dubbi sul potenziale appeal che Huawei OS avrebbe al di fuori della Cina. Sicuramente bisognerà fare in fretta.

Codacons pronto alla class action

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Sulla rottura tra Google e Huawei, e sui disastrosi effetti c he potrebbero scaturirne, lancia l'allarme Codacons. Il coordinamento si dice pronto «ad intentare una class action a favore degli utenti per il risarcimento dei danni che scaturiranno da tale situazione - e in una nota afferma che - la sospensione della licenza Android fornita da Google, infatti, potrebbe provocare un terremoto sui telefonini: dalla mancanza di alcuni servizi Google all'impossibilità di eseguire aggiornamenti di sicurezza sugli smartphone, fino alla limitazione delle funzionalità degli apparecchi. Effetti che danneggerebbero in modo evidente quanti hanno acquistato un cellulare Huawei convinti di poter utilizzare Android e tutti gli altri servizi forniti da Google, e che aprirebbero il fronte dei risarcimenti in favore dei consumatori». Da qui la possibilità di offrire tutela agli utenti «italiani possessori di telefonini Huawei, e una class action per far ottenere a tutti coloro che subiranno una eventuale limitazione delle funzionalità degli smartphone il rimborso loro dovuto in base al Codice del Consumo».


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