Anche gli insegnanti devono fare attenzione ed evitare l'uso eccessivo dei dispositivi mobili per non incorrere in sanzioni disciplinari

di Lucia Izzo - Cellulari in classe: una pratica molesta e inopportuna, soprattutto durante le ore dedicate alla didattica, ma, purtroppo, capillarmente diffusa in particolar modo tra gli studenti.


Sempre più allievi, infatti, sono in possesso di un dispositivo mobile già da prima dell'adolescenza e molte scuole ritengono doveroso disciplinarne l'uso con regole di comportamento. Ma cosa accade quando sono i docenti a farne uso, magari non con modalità scorrette?

Divieto uso cellulari per i docenti: la proposta

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Che il tema sia tutt'altro che marginale lo dimostrano diversi segnali, a partire dal dibattito che ha accompagnato le proposte di legge sull'introduzione dell'insegnamento dell'educazione civica, confluite nel testo recentemente approvato alla Camera.


Per approfondimenti: Educazione civica obbligatoria a scuola per legge


Tra le diverse proposta di legge in discussione è emersa quella a dell'ex ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini (FI), seguita da un'altra proposta analoga della deputata della Lega, Giorgia Latini: entrambe si sono soffermate sul divieto di utilizzazione di telefoni mobili e dispositivi di comunicazione elettronica nei luoghi dell'attività didattica, salvo casi specifici, senza fare distinzione tra studenti e docenti.


Si era ipotizzato di disporre l'obbligo di depositare i cellulari in Presidenza e fare riferimento alla segreteria per eventuali chiamate di emergenza. Una previsione che aveva raccolto numerose critiche

Un divieto che ha raccolto polemiche da parte dei docenti, che hanno evidenziato che di usare il cellulare per fini didattici, ad esempio compilare il registro elettronico. La proposta non ha convinto neppure il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti: "L'utilizzo dei device per quanto riguarda la didattica è uno strumento fondamentale - ha detto il ministro - e quindi sono a favore del loro uso, ma soprattutto ho fiducia nei nostri studenti. Credo molto nel loro senso di responsabilità sull'uso consapevole di questi strumenti ai fini di un migliore apprendimento. Condanno invece in maniera decisa l'uso per altri fini".

Scuola: le linee guida per l'uso dello smartphone

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La proposta, tuttavia, non sembra essere stata recepita poiché il divieto non figura nella versione finale del testo, approvata dalla Camera. In molti hanno, inoltre, evidenziato come l'introduzione del divieto sarebbe stato un cambio di rotta radicale rispetto al 2017, quando l'ex ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli aveva messo in piedi una commissione ministeriale per definire le linee guida per l'uso dello smartphone in classe come strumento di innovazione didattica.

L'obiettivo era proprio quello di superare il divieto imposto nel 2007 dall'allora ministro Fioroni e, nel gennaio dello scorso anno, era stato diffuso un decalogo del MIUR riguardante l'uso del cellulare tra i banchi.

Secondo una ricerca di Skuola.net, tuttavia, nelle classi smartphone e tablet sono una realtà consolidata e ben gestita: nel 56% dei casi, infatti, l'uso è didattico e controllato dai professori, nonostante qualcuno adoperi tali dispositivi "clandestinamente" per chattare o giocare.

Usare il cellulare è infrazione disciplinare anche per il docente

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Che tuttavia il tema dell'uso compulsivo del cellulare, anche da parte dei docenti, sia particolarmente sentito, lo dimostrano anche recenti sentenze che hanno analizzato il comportamento degli insegnanti ritenendo che, nei loro confronti, valgano le stesse regole applicate agli alunni.

A Lecco una professoressa si è ritrovata sospesa dal servizio per un giorno per aver risposto a una chiamata del fratello volta a informarla dello stato di salute dell'anziana madre.

Una sanzione disciplinare confermata anche dai giudici che hanno anche condannato la docente al pagamento delle spese processuali. In particolare, nella sentenza n. 462/2019, la Corte d'Appello di Milano ha richiamato le Direttive del MIUR sull'uso del telefono cellulare, sia da parte degli studenti che da parte del personale docente.

La Direttiva Ministeriale n. 30 del 15 marzo 2007 ha ribadito e chiarito che "Il divieto di utilizzare telefoni cellulari durante lo svolgimento di attività di insegnamento - apprendimento (...) opera anche nei confronti del personale docente, in considerazione dei doveri derivanti dal CCNL vigente e dalla necessità di assicurare all'interno della comunità scolastica le migliori condizioni per uno svolgimento sereno ed efficace delle attività didattiche, unitamente all'esigenza educativa di offrire ai discenti un modello di riferimento esemplare da parte degli adulti".

Non vi è dubbio, si legge nel provvedimento, che l'uso del cellulare durante lo svolgimento delle lezioni scolastiche costituisce infrazione disciplinare anche per il personale docente, avendo, detta condotta implicazioni sul modello educativo.

Nel caso di specie, concludono i giudici, l'uso del telefono cellulare da parte dell'insegnante, non solo, risulta accertato come fatto storico, ma si configura anche come palese violazione delle norme interne delle Istituzioni Scolastiche e si configura come condotta non consona alla funzione educativa del personale docente come delineata dalla Contrattazione Collettiva di settore.

Cellulare durante l'orario scolastico: servono prove certe per accusare il docente

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Diverso l'esito della vicenda di cui si è occupato il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (sent. n. 611/2018) che ha accolto il ricorso di un insegnante accusato di aver utilizzato il cellulare in classe in dispregio della vigente normativa. Tuttavia, in assenza di prova certa, cade ogni accusa nei confronti del docente.

In particolare, il giudice ritiene non siano sufficienti a fondare la contestazione disciplinare gli screenshot Whatsapp, ovvero le copie della schermata di un cellulare collegato all'applicativo che riportano il docente come "online", l'orario ela data.

Tali elementi, si legge nel provvedimento "in assenza di ulteriori riscontri, non sono, però, idonei a comprovare l'effettiva utilizzazione dello smartphone e dell'applicativo Whatsapp da parte della ricorrente nei giorni e negli orari di cui all'addebito disciplinare".

Pertanto, "in assenza di riscontri probatori in ordine alla caratteristiche tecniche del programma Whatsapp non vi sono elementi per ritenere che la presenza la dicitura online presente nello screenshot sia significativa di un uso effettivo dell'applicativo". In assenza di ragionevole certezza, mancando ulteriori elementi istruttori, l'insegnante va dunque esente da responsabilità.

Docenti attaccati al cellulare: le segnalazioni dei genitori e dei colleghi

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Sovente, sono direttamente i genitori a segnalare ai dirigenti l'uso eccessivo degli smartphone da parte dei docenti. È quanto avvenuto nella vicenda analizzata dalla Corte d'Appello di Brescia (sent. n. 136/2016 in relazione alla vicenda di un'insegnante di scuola media che si era vista sanzionare in via disciplinare.

Nel corso di un incontro con la dirigente scolastica, i rappresentanti dei genitori avevano segnalato il loro disagio con riferimento alle condotte della prof. che, tra l'altro, passava troppo tempo al cellulare.

In provincia di Torino, invece, un'insegnante di sostegno non è riuscita a superare la prova per l'effettiva immissione in ruolo anche a causa del troppo uso del cellulare emerso a seguito di alcune visite ispettive. Alla dirigenza erano state segnalate, da parte degli altri insegnanti, una serie di criticità compreso l'eccessivo utilizzo del cellulare durante le ore di lavoro.


Foto: 123rf.com
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