Cos'è la porta antipanico o tagliafuoco, quali sono le caratteristiche e quando vi è l'obbligo di installarla in condominio

Avv. Isabella Vulcano - In molti edifici pubblici è presente la porta "antipanico" detta anche "tagliafuoco" la quale viene adoperata in situazioni di emergenza nelle quali vi è urgenza di uscire dagli edifici stessi. In molti casi la legge impone l'installazione di questa tipologia di porta, sia che si tratti di ospedali o attività commerciali, sia che si tratti di edifici abitativi.

Vediamo se e in quali casi vi è l'obbligo di installare tale tipologia di porta in condominio e quali sono le caratteristiche della porta antipanico:

Porta antipanico: cos'è

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La porta antipanico o tagliafuoco è una tipologia di porta creata con materiali idonei ad impedire la propagazione degli incendi: esse devono possedere dei sigilli antifumo, ad esempio del materiale isolante e resistente al calore, che viene versato nelle fughe tra gli stipiti e il muro. La porta tagliafuoco, inoltre, deve potersi aprire verso l'esterno ed essere munita di maniglione orizzontale o altri dispositivi a spinta, per facilitare la fuga delle persone, non solo in caso di incendio ma dinanzi a qualsiasi situazione d'emergenza.

Sulla traiettoria della porta, è inoltre indispensabile che sia chiaramente riconoscibile e libero di ostacoli il percorso di uscita ai sensi del D.M. del 16.02.2007.

Porte tagliafuoco: la classificazione

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Dal punto di vista tecnico esiste una rigida classificazione delle porte antipanico e ciò in base alla reazione che si verifica a contatto con il fuoco ed alla capacità di resistenza allo stesso in termini di tempo. Le porte si dividono in: Rei

30, Rei 60, Rei 90, Rei 120 e Rei 180; dove Rei rappresenta una sigla che indica le proprietà che i dispositivi devono possedere (resistenza, ermeticità e isolamento termico) e i numeri, i minuti in cui la porta ha la capacità di resistere al fuoco.

Porta antipanico: quando è obbligatoria?

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In linea generale è prevista l'installazione della porta antipanico per le attività commerciali, per i luoghi di lavoro e per gli edifici di residenza pubblici e privati (i condomini).

Ai fini di una corretta installazione bisogna considerare, innanzitutto il tipo di locale e la capienza massima; si riporta di seguito la classificazione prevista dal D. M. del 3.11.2004:

- per locali non aperti al pubblico: se la capienza è inferiore a 9 persone, non serve aggiungere dispositivi antipanico; se la capienza va da 9 a 25 persone, servono maniglie a leva o piastre a spinta; se la capienza è superiore a 25 persone, serve il maniglione antipanico orizzontale;

- per locali aperti al pubblico: se la capienza è inferiore o uguale a 9 persone, servono maniglie a leva o piastre a spinta; se la capienza è pari o supera le 10 persone, serve il maniglione antipanico orizzontale;

- per locali pericolosi: se la capienza è inferiore a 5 addetti, servono maniglie a leva o piastre a spinta; se la capienza è pari o maggiore di 5 addetti, serve il maniglione antipanico orizzontale.

Altro aspetto da tenere presente riguarda l'altezza antincendio degli edifici: se questa misura è compresa tra i 12 e i 32 metri (tra i 4 e gli 8 piani circa, le misure più comuni in Italia) le porte antipanico, i vani ascensore e gli altri elementi strutturali devono essere almeno Rei 60; per i palazzi più alti la Rei sale a 90; per i grattacieli è richiesta almeno la Rei 120.

Per altezza antincendio (degli edifici civili), ricordiamo, si intende l'altezza massima misurata dal livello inferiore dell'apertura più alta dell'ultimo piano abitabile e/o agibile (esclusi i vani tecnici), al livello del piano esterno più basso, ovverosia, dal pavimento del piano terra a quello dell'ultimo piano.

La normativa europea

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Rilevanti sono, sul tema, due normative europee da tener presente:

- la UNI EN 179 che regola l'installazione e l'utilizzo dei dispositivi antipanico azionati a leva o a spinta, consigliabili per le zone di passaggio in cui sono previste familiarità e assenza di panico (come ad es., i corridoi che conducono dai garage alle abitazioni);

- la UNI EN 1125 che regola l'installazione e l'utilizzo di tutti i dispositivi antipanico azionati tramite una barra orizzontale che possono essere usati solo su porte a perni o a cerniera e da aprirsi nel senso dell'esodo, a una o a due ante (in base alle dimensioni delle porte).

Infine, da ricordare, i Regolamenti Europei EN 13501-2 e EN 1634-1 che descrivono i comportamenti che devono seguire i produttori di porte antipanico per ottenere l'omologazione e il marchio CE ed elencano le caratteristiche dei prodotti e i criteri di classificazione.

Isabella Vulcano
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