Chi sono gli invalidi al 100% e quali sono i benefici e le tutele che il nostro ordinamento riconosce in presenza di un'invalidità al 100%

di Valeria Zeppilli - L'invalidità al 100% è la condizione in cui si trova il soggetto che è affetto da minorazioni congenite o acquisite che riducono in maniera totale le sue capacità.

All'invalido al 100% il nostro ordinamento riconosce molteplici tutele e agevolazioni, soprattutto di carattere economico ma eventualmente anche in ambito lavorativo.

Indice:

L'invalido al 100% può lavorare?

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Anche a chi è invalido al 100%, infatti, è riconosciuto il diritto al lavoro, se questo è compatibile con la propria condizione.

In altre parole, se, e solo se, in capo a tale soggetto sussiste comunque una capacità lavorativa, egli può inserirsi nel mondo del lavoro e può farlo beneficiando delle garanzie poste dalla legge sul collocamento mirato.

L'invalido deve quindi iscriversi nelle liste speciali per il collocamento mirato del centro per l'impiego. Dopo essere stato sottoposto alla valutazione della propria capacità lavorativa, se questa risulta positiva, viene inserito in graduatoria e può accedere così all'inserimento lavorativo.

Invalidità 100% ultrasessantacinquenne

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Come accennato, all'invalido al 100% il nostro ordinamento riconosce molteplici diritti.

Tuttavia occorre fare una distinzione.

Per i soggetti di età compresa tra i 18 e i 65 anni, il godimento di tali diritti è subordinato all'effettiva prova che la percentuale di invalidità sia pari al 100%. Per i soggetti ultrasessantacinquenni, invece, tale percentuale si presume se solo vi sia una difficoltà a deambulare, tale da rendere necessaria un'assistenza continua.

Invalidità 100%: benefici economici

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I benefici economici riconosciuti in capo a chi è riconosciuto invalido al 100% variano a seconda di quale sia il reddito dell'invalido e della patologia che lo affligge.

Riassumendo i principali benefici, possiamo dire che gli stessi consistono nei seguenti:

  • indennità di accompagnamento, riconosciuta a prescindere da quale sia il reddito dell'invalido,
  • pensione di inabilità, riconosciuta agli invalidi civili totali di età compresa tra i 18 e i 65 anni, il cui reddito non supera i 15.154,24 euro,
  • esenzione dal pagamento del ticket per prestazioni specialistiche ed esami diagnostiche e dai costi per farmaci e per due cicli di cure termali l'anno,
  • esenzione dal pagamento delle tasse universitarie se il reddito familiare non supera un determinato importo, stabilito di anno in anno,
  • deducibilità delle spese sostenute per l'assistenza da parte di personale medico e sanitario,
  • indennità di frequenza a scuola o presso centri di riabilitazione, pari a 256,67 euro ed erogabile a condizione che il reddito personale non supera i 4.408,95 euro,
  • erogazione di contributi e sussidi per il superamento delle barriere architettoniche.

Invalidità 100% senza accompagnamento

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Tra i benefici di carattere economico riconosciuti a chi è invalido al 100% abbiamo incluso anche l'indennità di accompagnamento, precisando che la stessa è riconosciuta a prescindere dalla sussistenza di requisiti reddituali predeterminati.

Tuttavia è opportuno precisare che il riconoscimento di un'invalidità al 100% non comporta automaticamente il riconoscimento dell'assegno di accompagnamento in quanto, in virtù di quanto stabilito dall'articolo 1 della legge numero 18/1980, a tal fine sono richiesti due presupposti specifici, ovverosia non solo l'invalidità totale ma anche l'impossibilità di deambulare senza l'aiuto costante di un accompagnatore o di svolgere autonomamente gli atti essenziali della vita quotidiana.

Come chiarito anche dalla Corte di cassazione con la sentenza numero 19545/2016, si tratta di requisiti "diversi dalla semplice difficoltà di deambulazione o di compimento di atti della vita quotidiana con difficoltà (ma senza impossibilità)".

Capacità di compiere gli atti della vita quotidiana

Gli stessi giudici hanno precisato anche che "La capacità dei malato di compiere gli elementari atti giornalieri va intesa non solo in senso fisico, ossia come mera idoneità ad eseguirli materialmente, ma anche come capacità di intenderne il significato, la portata e l'importanza, anche ai fini della salvaguardia della propria condizione psico-fisica, dovendosi parametrare la stessa non sul numero degli elementari atti giornalieri, ma, soprattutto, sulle loro ricadute in termini di incidenza sulla salute dei malato e sulla sua dignità come persona, sicché anche l'incapacità di compiere un solo genere di atti può, per la rilevanza di questi ultimi e l'imprevedibilità del loro accadimento, attestare la necessità di una effettiva assistenza giornaliera".

Invalidità al 100% e lavoro

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Abbiamo detto che l'invalido al 100%, nell'ipotesi in cui abbia una residua capacità lavorativa, può godere di una serie di agevolazioni in materia di lavoro, prima tra tutte quella offerta dal collocamento mirato.

I soggetti con invalidità superiore ai due terzi poi, se vincono un concorso pubblico o sono assunti presso un ente pubblico ad altro titolo, hanno diritto alla scelta prioritaria tra le diverse sedi disponibili.

Tra i vari benefici, possiamo citare anche quello, riconosciuto ai lavoratori con invalidità superiore al 74%, di accedere al prepensionamento.

Invalidità al 100% e legge 104

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Ma le agevolazioni in ambito lavorativo spettano anche a chi assiste un invalido al 100%.

Ad esempio, ai sensi della legge 104, tali soggetti hanno diritto a tre giorni di permessi retribuiti ogni mese, per prestare assistenza al familiare affetto da handicap grave. I lavoratori che prestano assistenza a un invalido al 100% possono poi beneficiare, a certe condizioni, di un periodo di congedo retribuito della durata massima di due anni, da godere anche in maniera frazionata, e hanno il diritto di scegliere, ove possibile, la sede lavorativa più vicina al proprio domicilio.

Invalidità 100% per tumore

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Anche le patologie oncologiche, a determinate condizioni, possono determinare l'invalidità al 100% dell'ammalato.

In particolare, in virtù di quanto stabilito dalle tabelle ministeriali di cui al d.m. del 5 febbraio 1992, le percentuali di invalidità riconosciute in presenza di un tumore sono le seguenti:

  • 11% - in caso di neoplasie a prognosi favorevole con modesta compromissione funzionale
  • 70% - in caso di neoplasie a prognosi favorevole con grave compromissione funzionale
  • 100% - in caso di neoplasie a prognosi infausta o probabilmente sfavorevole nonostante asportazione chirurgica.

Il riconoscimento dell'invalidità per tumore e delle conseguenti agevolazioni è comunque subordinato alla presentazione di un'apposita domanda presso l'ufficio dedicato della azienda sanitaria di appartenenza.


Leggi anche Guida pratica all'invalidità civile

Valeria Zeppilli

Foto: 123rf.com
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