Separati o divorziati che vivono sotto lo stesso tetto e i figli che, pur abitando da soli, sono a carico dei genitori, non costituiscono nucleo familiare distinto. Le novità del decreto sul reddito di cittadinanza

di Annamaria Villafrate - Il decreto sul reddito di cittadinanza modifica il nucleo familiare, per evitare che separazioni, divorzi e distacchi dei figli vengano messi in campo solo per poter chiedere le prestazioni sociali. Di Maio però promette controlli preventivi e successivi a chi presenterà domanda per il reddito di cittadinanza che, ricorda, è una misura introdotta per tutelare i "veri" deboli.

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Reddito di cittadinanza: cambia il nucleo familiare

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Cambia il nucleo familiare in conseguenza del reddito di cittadinanza? Prima di rispondere andiamo a vedere cosa dice il decretone al comma 5 dell'art. 2: "Ai fini del RdC, il nucleo familiare è definito ai sensi dell'art. 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 159 del 2013. In ogni caso, anche per la richiesta di prestazioni sociali agevolate diverse dal Rdc, ai fini della definizione del nucleo familiare, valgono le seguenti disposizioni, la cui efficacia cessa dal giorno di entrata in vigore delle corrispondenti modifiche del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 159 del 2013:

a) i coniugi permangono nel medesimo nucleo anche a seguito di separazione o divorzio, qualora continuino a risiedere nella stessa abitazione;

b) il figlio maggiorenne non convivente con i genitori fa parte del nucleo familiare dei genitori esclusivamente quando è di età inferiore a 26 anni, è nella condizione di essere a loro carico a fini IRPEF, non è coniugato e non ha figli."

Separati e divorziati: nucleo familiare unico se vivono insieme

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Confrontando il contenuto delle lettere a) e b) dell'art. 2 del decreto con l'art. 3 del dPR n. 159/2013 a primo impatto, non si rilevano differenze. Entrambi prevedono infatti che, nel momento in cui i coniugi si separano e hanno residenza diversa costituiscono nuclei familiari distinti.

Ciò che però differenzia la norma contenuta nel decreto sul reddito di cittadinanza è la precisazione che, se i coniugi continuano a risiedere nella stessa abitazione, costituiscono nucleo familiare unico.

Questo per evitare separazioni e divorzi puramente formali al fine esclusivo di ottenere le prestazioni sociali, pur continuando a vivere sotto lo stesso tetto. Del resto non è così difficile riportare la residenza, dopo separati, magari a casa dei rispettivi genitori, continuare a vivere insieme e chiedere separatamente le prestazioni sociali.

Vero che l'utilizzo del termine anagrafico "residenza" nel decreto sul reddito di cittadinanza, da adito a interpretazioni e manipolazioni, ma il Ministro del Lavoro rassicura che, una volta erogata la misura, verranno avviati controlli preventivi e successivi, per evitare che il Rdc finisca nelle mani di chi non ne ha bisogno.

Figli: fanno parte del nucleo se under26 e a carico

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Modifiche anche per i figli non conviventi. Infatti se il decreto n. 159/2013 prevede che "Il figlio maggiorenne non convivente con i genitori e a loro carico ai fini IRPEF, nel caso non sia coniugato e non abbia figli, fa parte del nucleo familiare dei genitori" la disposizione contenuta nel decreto sul reddito di cittadinanza precisa che i figli non conviventi, per essere considerati parte del nucleo familiare dei genitori, oltre a non dover essere coniugati e senza figli, devono avere un'età inferiore ai 26 anni.

Insomma, fino a quando i figli under 26 di fatto, pur abitando da soli, risultano ancora a carico di mamma e papà, non costituiscono nucleo familiare a parte e quindi non possono fare domanda per le prestazioni sociali.

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