Prosegue la battaglia della Dirstat per il ripristino della legalità e della trasparenza nell'amministrazione finanziaria

di Gabriella Lax - Per combattere evasione ed elusione fiscale hanno un ruolo fondamentale le nomine dirigenziali all'interno delle agenzie fiscali. Ma come vengono fatte queste nomine? Su questo tema da anni si batte Pietro Paolo Boiano, segretario generale aggiunto della Dirstat.

Amministrazione finanziaria, il ruolo fondamentale delle nomine dirigenziali

Si tratta di una questione che, nonostante il susseguirsi dei governi, non si riesce a risolvere. Le note inviate alla Presidenza del Consiglio ed ai Ministri dell'Economia e Finanze e della Pubblica Amministrazione che descrivevano «la situazione di caos venutasi a creare all'interno delle agenzie fiscali a seguito delle nomine discrezionali» non sono servite, chiarisce Boiano a Lavocedeicittadini.com e spiega «a dispetto delle rassicurazioni, non è successo praticamente nulla, nel senso che sono cambiati i vertici delle agenzie ma non è mutato affatto il modus operandi». A sette mesi dall'insediamento dell'esecutivo giallo - verde nulla è cambiato. Forse perché, s'interroga il segretario «la precarietà nella pubblica amministrazione fa gola a tutti, perché la politica ha una schiera di incaricati dirigenziali nominati discrezionalmente per poter meglio gestire i rapporti di forza».

Dirstat prosegue nella lotta per il ripristino della legalità

Dirstat dunque, prosegue nella lotta per il ripristino di legalità e trasparenza nell'amministrazione finanziaria. In questo contesto, infatti, resta del tutto ignorata, la sentenza n. 37 del 25 marzo 2015, con la quale la Corte costituzionale ha negato che l'attribuzione di questi incarichi rispondesse effettivamente ad urgenti ed indifferibili esigenze di funzionamento ed ha indicato la strada obbligata di futuri concorsi realmente pubblici. La sentenza

è stata elusa con il ricorso a Pos (Posizioni organizzative speciali), Pot (posizioni organizzative a tempo) fino ad arrivare ai Poer (Posizioni di elevata responsabilità). Questi ultimi possono essere anche dipendenti interni diplomati, penalizzando i giovani laureati in cerca di lavoro nella Pubblica Amministrazione. Tutta questa situazione, sottolinea ancora Boiano, va a discapito dei cittadini poiché «si generano conflitti perenni tra gli addetti ai lavori che rendono complicata la lotta all'evasione ed all'elusione fiscale. Ed invece, in un momento storico come quello che stiamo vivendo, sarebbe fondamentale condurre una lotta serrata all'evasione che raggiunge i 108 miliardi di euro l'anno. Con una sottrazione dalle casse dello Stato di 97 miliardi di tasse e di 11 miliardi di contributi previdenziali, ogni 12 mesi in media».


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