L'adulterio non è un reato, ma rappresenta una violazione di uno dei più importanti obblighi coniugali che, in caso di separazione, ne comportano l'addebito

di Annamaria Villafrate - L'adulterio, a differenza del tradimento, a cui viene sempre più assimilato nel gergo comune e giuridico, non si configura in presenza di una "scappatella" occasionale. Per adulterio deve infatti intendersi la relazione "duratura" che un soggetto coniugato intrattiene fuori dal matrimonio. Insomma il classico caso di chi vive, anche per lungo tempo, con un piede in due scarpe, senza avere il coraggio di troncare una delle due relazioni. Per fortuna per la legge italiana l'adulterio non ha rilevanza penale. Tale condotta rileva piuttosto in ambito civile, visto che la violazione dell'obbligo di fedeltà può comportare l'addebito della separazione, nel momento in cui, il tradito voglia porre fine a un rapporto fondato sull'ipocrisia. Sul tema dell'adulterio la giurisprudenza ha avuto un ruolo fondamentale negli ultimi decenni, soprattutto perché è stata costretta, in un certo senso, ad adattarsi ai mutamenti del costume e della società. Per questo è necessario, per comprendere al meglio i riflessi e gli aspetti giuridici dell'adulterio, riportare qualche recente sentenza sul tema:

Adulterio: cos'è

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L'adulterio è l'atto d'infedeltà che viene posto in essere dal coniuge che instauri, fuori del matrimonio, una relazione di natura sentimentale in grado di compromettere il rapporto di coniugio. Perché si configuri un adulterio è quindi necessario:

  • che il marito o la moglie instaurino una relazione stabile e duratura con un soggetto terzo estraneo alla coppia;
  • che il coniuge adultero voglia contemporaneamente vivere il rapporto coniugale e quello extraconiugale;
  • che tra il traditore e chi lo subisce ci sia un legame matrimoniale.

Insomma affinché si configuri un adulterio, il diritto esige che la relazione extraconiugale sia duratura e che il soggetto che lo commette a danno del suo partner sia spostato con quest'ultimo.

Adulterio e obbligo di fedeltà

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Chiaro quindi come l'adulterio non sia un gesto riprovevole solo dal punto di vista morale. Esso costituisce infatti anche violazione di un vero e proprio obbligo giuridico sancito dall'art. 143 c.c. che ai commi 1 e 2 prevede che "1. Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. 2. Dal matrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell'interesse della famiglia e alla coabitazione."

Adulterio e addebito della separazione

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Ora, poiché l'adulterio rappresenta una violazione di uno dei doveri coniugali, esso è considerato dalla legge non solo un motivo legittimante la richiesta di separazione dal coniuge, ma anche una dichiarazione di addebito nei confronti del traditore.

Recita infatti l'art 150 c.c. che "1. La separazione può essere chiesta quando si verificano, anche indipendentemente dalla volontà di uno o entrambi i coniugi, fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza. 2. Il giudice, pronunziando la separazione, dichiara, ove ne ricorrano le circostanze e ne sia richiesto, a quale dei coniugi sia addebitabile la separazione, in considerazione del suo comportamento contrario ai doveri che derivano dal matrimonio."

Adulterio e conseguenze dell'addebito

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Introdotto il concetto di addebito, che significato ha dal punto di vista giuridico? L'addebito non è altro che l'imputazione della responsabilità della fine del matrimonio nei confronti di chi, attraverso l'adulterio, che è il tema che qui interessa, ha violato un importante obbligo matrimoniale. Chiarito questo però che conseguenze ha il traditore dal punto di vista pratico?

  • Prima di tutto non ha diritto all'assegno di mantenimento. La legge prevede infatti che il coniuge a cui è stata addebitata la separazione, ha diritto agli alimenti solo nel caso in cui si trovi in una condizione economica tale da non poter sopravvivere.
  • L'adultero responsabile della separazione inoltre può scordarsi di vantare un qualche diritto successorio sull'eredità del coniuge tradito. L'unico diritto che gli spetta, infatti, è un assegno vitalizio a carico dell'eredità, solo se già titolare di una prestazione alimentare.

Adulterio: cosa dice la giurisprudenza

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Ecco alcune delle più importanti sentenze della Cassazione in tema di adulterio:

Cercare compagnie femminili sul web configura adulterio

Abbiamo visto che l'adulterio richiede la presenza di un tradimento ai danni del coniuge per avere rilevanza dal punto di vista giuridico ai fini dell'addebito della separazione. Nella primavera di quest'anno però la Cassazione si è spinta oltre, ampliando la nozione classica di adulterio. Del resto si sa, il diritto è una materia vivente e come tale deve adeguarsi ai tempi e, come dimostra la sentenza n. 9384/2018, anche alle nuove tecnologie. La Suprema Corte infatti ha respinto il ricorso presentato da un marito, ritenendo inammissibile, tra gli altri, il motivo in cui contesta la violazione dell'obbligo di fedeltà rilevata dal giudice di merito nei suoi confronti, perché intento, durante il rapporto matrimoniale, a ricercare rapporti extraconiugali sul web. Secondo gli Ermellini anche questa condotta è idonea a compromettere la fiducia tra i coniugi e a provocare la crisi matrimoniale da cui è originata la separazione.

L'adulterio deve essere la causa della separazione ai fini dell'addebito

Nella recente Cassazione n. 21576/2018 la Suprema Corte torna a ribadire un principio importantissimo per quanto riguarda il collegamento necessario tra adulterio e addebito della separazione. Secondo la Cassazione infatti, solo se, in base ad accertamenti scrupolosi e valutazioni complessive della condotta di entrambe le parti, si accerta che il tradimento è stato la conseguenza di una crisi preesistente della coppia e non la causa principale, la pronuncia di addebito della separazione non può essere invocata. Viceversa, nel caso in cui l'adulterio sia stato la causa della fine del matrimonio, secondo valutazioni precise e puntuali, l'addebito deve essere confermato.

Ai fini dell'addebito non è necessario che l'adulterio si concretizzi

La Cassazione nella sentenza n. 21657/2017 richiama il principio di diritto sulla addebitabilità sancito dalla stessa nel 2013 secondo cui "La relazione di un coniuge con estranei rende addebitabile la separazione ai sensi dell'art. 151 c.c., quando, in considerazione degli aspetti esteriori con cui è coltivata e dell'ambiente in cui i coniugi vivono, dia luogo a plausibili sospetti di infedeltà e quindi, anche se non si sostanzi in un adulterio, comporti offesa alla dignità e all'onore dell'altro coniuge." Attraverso questo richiamo gli Ermellini riconoscono che, ai fini dell'addebito, non rileva che l'adulterio si concretizzi. E' sufficiente che la condotta del coniuge, tenuto conto delle circostanze di luogo in cui si sia manifestata, e sia risultata offensiva per la dignità e l'onore del coniuge che la subisce.

Il danno da adulterio deve essere dimostrato rigorosamente

Ricorre in Cassazione una moglie tradita che si è vista negare, nel procedimento di separazione con addebito, il risarcimento del danno ai sensi degli artt. 2043 e 2059 c.c. Nella sentenza n. 4470/2018 la Suprema Corte, confermando le sentenze di rigetto precedenti precisa che, se è innegabile che il comportamento adulterino del marito presenti profili di estrema gravità, al punto da non poter negare la violazione dei diritti costituzionalmente garantiti dell'onore e del decoro della moglie, non è sufficiente, ai fini del risarcimento, la prova della condotta illecita del coniuge Il danno infatti richiede una prova rigorosa della sua esistenza ed entità, non essendo rilevabile in re ipsa.

Non contestare specificamente le prove dell'adulterio rende valida la prova

Nella sentenza datata 1/07/2015 il Tribunale di Milano è giunto alla dichiarazione di addebito della separazione nei confronti del marito adultero, in quanto costui, non contestando nello specifico le prove addotte dalla moglie, consistenti in materiale fotografico raccolto da un investigatore privato, le ha in sostanza validate.

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