A stabilirlo potrebbe essere emendamento del governo da inserire nella Manovra durante l'esame al Senato
di Gabriella Lax - Buone notizie per i 140mila idonei e vincitori di concorsi pubblici rientranti in graduatorie che andrebbero in scadenza a fine anno: le stesse graduatorie saranno prorogate. A stabilirlo ci penserà un emendamento del governo da inserire nella Manovra durante l'esame al Senato.

Concorsi pubblici, verso la proroga delle graduatorie

Potrebbe slittare di un anno la validità delle graduatorie approvate dal 2014 in poi, come riporta Italia Oggi, dalle parole del sottosegretario alla Funzione pubblica, Mattia Fantinati, in modo da immettere nei ruoli statali solamente «dipendenti che hanno fatto il concorso di recente e che quindi possono mettere immediatamente a beneficio della p.a. il proprio patrimonio di competenze». Rispetto alle precedenti proroghe il mantenimento in vita delle graduatorie ha l'obiettivo di svecchiare una pubblica amministrazione ingessata dal blocco del turnover degli anni passati, grazie all'assunzione di giovani e figure tecniche in relazione ai fabbisogni di personale che saranno dichiarati alla Funzione pubblica. In relazione poi alla richiesta di mantenere vive tutte le graduatorie approvate dopo il 2003, il sottosegretario chiarisce che non è ancora dato sapere il perimetro della proroga

, tutt'ora oggetto di valutazione. L'obiettivo però è «far entrare in ruolo persone che abbiano una formazione al passo con le esigenze della p.a. e per questo sta emergendo la volontà di prorogare le graduatorie dal 2014 in avanti. Con questo non vogliamo dire che chi ha vinto un concorso 15 anni fa, o è risultato idoneo, abbia ormai perso un patrimonio di conoscenze utile al miglioramento della macchina statale - evidenzia Fantinati - vogliamo rendere più efficace ed efficiente la pubblica amministrazione attraverso la valorizzazione del capitale umano. E lo dimostrano le risorse che abbiamo investito sul piano di assunzioni oltre ai 4,2 miliardi in tre anni stanziati per il rinnovo dei contratti. Per il governo i dipendenti pubblici sono un investimento, un asset strategico da valorizzare e non un costo da tagliare».


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