Secondo un emendamento al decreto fiscale le istituzioni finanziarie devono cercare i beneficiari e non semplicemente attendere che arrivino richieste di liquidazione dai titolari e dagli eredi

di Gabriella Lax - Da novembre sono iniziati a scadere i termini per "risvegliare" ed esigere i conti dormienti, ossia le somme depositate o investite che non vengono toccate da almeno 20 anni.

Leggi Conti dormienti: da novembre prescrizione

Un emendamento al decreto fiscale approvato al Senato stabilisce che per conti dormienti e polizze vita le istituzioni finanziarie dovranno attivarsi per cercare i beneficiari e non semplicemente attendere che arrivino richieste di liquidazione dai titolari e dagli eredi.

Conti dormienti, si devono attivare le istituzioni finanziarie

Nella categoria "rapporti dormienti" o "conti dormienti" ci sono, non solo conti correnti postali e bancari, libretti di risparmio e depositi, ma anche azioni, obbligazioni, certificati di deposito, fondi d'investimento e assegni circolari non riscossi. Restano fuori le polizze assicurative in letargo (con termini di prescrizione differenti e con una procedura a parte).

La proposta di modifica nel decreto chiarisce che per le polizze vita e infortuni, siano le imprese di assicurazione a verificare con l'Agenzia delle entrate l'esistenza in vita degli assicurati e, in caso di corrispondenza tra il codice fiscale dell'assicurato e della persona deceduta, dovranno attivare la procedura per la corresponsione della somma assicurata al beneficiario «inclusa la ricerca del beneficiario ove non espressamente indicato in polizza».

Così anche in caso di depositi, le banche, se c'è corrispondenza tra il codice fiscale titolare rapporto contrattuale e persona deceduta, dovranno inviare «mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento indirizzata all'ultimo indirizzo di residenza o di domicilio comunicato o comunque conosciuto, o a terzi da lui eventualmente delegati, l'invito ad impartire disposizioni da parte di possibili legittimi eredi».


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