Associazione dei consumatori rischia di chiudere i battenti dopo il pignoramento di beni per 300mila euro da parte dell'Agenzia delle Entrate. L'appello al Governo del Codacons

di Redazione - Il Codacons rischia di chiudere i battenti e di scomparire come associazione dei consumatori dopo il pignoramento di beni per 300mila euro da parte del fisco con conseguente blocco delle risorse. È quanto denuncia l'associazione inviando un appello al premier Conte, ai vice premier, Luigi Di maio e Matteo Salvini, e al ministro dell'Economia, Giovanni Tria, chiedendo un "salvataggio".

Codacons: onlus non deve pagare contributo unificato

Nodo gordiano è, sostiene una nota dell'associazione, il contributo unificato che "il Codacons, in qualità di Onlus, non è tenuta a pagare sugli atti legali portati avanti a difesa della società e della collettività, ma che il fisco italiano continua a richiedere in modo ossessivo fino ad arrivare al recente pignoramento, deciso sulla base di interpretazioni della norma totalmente errate'.

Solo nell'ultimo anno, ricorda Codacons, sono stati avviati più di 300 ricorsi nei tribunali di tutta Italia "tesi ad affermare i diritti dei cittadini, azioni che ora, a causa del pignoramento dei beni dell'associazione, dovranno essere interrotte".

L'appello

Se il ministro non spiegherà chiaramente all'Agenzia che il contributo unificato non si può applicare alle realtà Onlus, conclude la nota, "dal prossimo settembre la più importante organizzazione dei consumatori italiana sarà costretta a chiudere progressivamente tutte le proprie sedi fino ad arrivare a portare i libri in tribunale e dichiarare fallimento".


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