La persona ligia al dovere, che non ha avuto mai questioni sull'arma da difesa, abusi o altro, va premiata in sede di rinnovo dell'autorizzazione
Avv. Francesco Pandolfi - Rinnovare la licenza del porto di pistola per difesa personale può essere un problema: in tanti sono al corrente di questa situazione, proprio per averla vissuta in prima persona.

Esistono circostanze nelle quali una persona interessata al rinnovo può sentirsi dire "no" dalla Prefettura perché, ad esempio, svolge un'attività che non viene ritenuta espressiva - in astratto - di esposizione ad un rischio specifico o a un pericolo per la propria incolumità.

Pensiamo all'imprenditore, o all'assicuratore, all'avvocato, ma sono solo esempi di alcune categorie potenzialmente interessate.

In una situazione di questo tipo la domanda che nasce spontanea allora è la seguente: si può uscire da questo vicolo cieco amministrativo, conseguendo l'autorizzazione richiesta nel caso esistano ovviamente tutti i presupposti di legge?

Diniego rinnovo porto d'armi per difesa personale

La domanda ammette una risposta positiva, ma vediamo come arrivare a questa risposta.

Per cercare di risolvere il problema del "no" sul rinnovo, partiamo proprio dalla situazione reale, nella quale l'interessato si è trovato nel momento in cui l'amministrazione gli ha negato il rinnovo della licenza del porto di pistola per difesa personale.

Il diretto interessato, infatti, non riesce a spiegarsi come mai, pur avendo conseguito il rinnovo della licenza magari per trenta o più anni e pur essendo una persona perfettamente ligia al dovere, che non ha mai abusato dell'arma o manifestato segni premonitori di un possibile abuso, ad un certo punto il Ministero gli dice no spiegando che non ci sono ragioni sufficienti per ritenere che sia esposto ad un pericolo.

Per questa persona che cosa è cambiato rispetto al passato?

Niente: eppure l'Autorità nega.

Come risolvere sul diniego

Difficile o facile la soluzione di questo problema?

Certamente non proprio semplicissima: diciamo però che un aiuto ci viene dato direttamente dal Consiglio di Stato con una recentissima sentenza, la n. 4055/18.

Per dirla in estrema sintesi, i Giudici ritengono che nel momento in cui viene presentata una domanda di rinnovo e i prerequisiti dell'interessato sono tutti favorevoli, nessuno escluso, allora non c'è motivo per negarlo.

Detta al contrario e più precisamente: nel caso in cui il Ministero voglia decidere per il diniego, ebbene potrà farlo solo ed esclusivamente adottando una "motivazione rafforzata", con la quale darà conto in dettaglio del perché nega il rinnovo se non sono cambiate le favorevoli condizioni precedenti.

Da sapere

L'informazione utile che dunque emerge da tutta questa situazione e, soprattutto, dalla sentenza 4055/18, è la seguente: sembrerà strano ma nel nostro Ordinamento, mentre da una parte non esiste un vero e proprio diritto assoluto al porto d'armi, dall'altra non esiste la possibilità per l'amministrazione di dire "no" tanto per dire "no" su questo tipo di autorizzazioni, se si è in presenza di tutti i favorevoli prerequisiti sopra indicati.

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Francesco Pandolfi
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Si occupa principalmente di Diritto Militare in ambito amministrativo, penale, civile e disciplinare ed и autore di numerose pubblicazioni in materia.
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