Dopo l'esame del consiglio dei ministri dietrofront sulle maxisanzioni sugli assegni privi della clausola di non trasferibilità

di Gabriella Lax - Non passa la sanatoria prevista per gli assegni in cui manca la clausola di non trasferibilità. La decisione è stata presa dal consiglio dei ministri dopo l'esame del testo del ministero dell'Economia per valutare se inserire nel decreto legislativo sull'uso dei dati antiriciclaggio ai fini fiscali la norma relativa alla sanzione al 10% per i vecchi libretti di assegni che non portano la clausola di non trasferibilità.

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Assegni senza clausola di trasferibilità no sconti sulle sanzioni

Dunque il consiglio dei ministri, ha approvato ieri in via definitiva, il decreto legislativo sull'accesso ai dati antiriciclaggio da parte delle autorità fiscali ma senza includere le norme che avrebbero ridotto sanzioni e oblazioni per chi emette e chi porta all'incasso gli assegni da mille euro a salire sprovvisti della clausola di non trasferibilità. Mesi addietro erano state portate all'attenzione del ministero dell'economia alcune sanzioni comminate agli utilizzatori di vecchi libretti degli assegni privi della clausola di non trasferibilità.

Le sanzioni erano state poi modificate ed innalzate dal dlgs 90 del 2017. Successivamente, lo stesso ministero, aveva presentato un report chiarendo che nessuna sanzione era stata mai irrogata e che, a fronte di 1.692 assegni contestati, in 107 casi i cittadini avevano scelto di pagare l'oblazione che consente di concludere anticipatamente il procedimento sanzionatorio.

La soluzione pensata dai tecnici di Mef e Palazzo Chigi proponeva la sanzione minima del 10% se l'importo è non superiore ai 30 mila euro e per il resto, oltre quella cifra, manteneva la struttura attuale. Si sarebbe trattato di un nuovo sistema che andava applicato anche alle violazioni dal 4 luglio 2017, dando il via ai rimborsi per quanti hanno già pagato l'oblazione, per risolvere subito la questione e senza quindi inviare contromemorie difensive alle Ragionerie territoriali competenti. Toccherà ora a governo e parlamento stabilire se e come procedere sulla strada della riscrittura delle sanzioni applicate a casi ben lontani da ipotesi di riciclaggio.

Dati antiriciclaggio aperti a fisco e gdf

A proposito dei dati antiriciclaggio e delle conseguenti verifiche fiscali, il decreto modifica, in modo retroattivo, anche l'uso che si può fare dei dati per le verifiche fiscali per lo scambio di informazioni tra amministrazioni estere. È stabilito che le autorità fiscali potranno accedere ai dati e alle informazioni sulla titolarità effettiva delle persone giuridiche e trust. Fisco e Guardia di finanza, sempre nel caso di controlli fiscali, potranno avere accesso ai documenti, ai dati e alle informazioni acquisiti in assolvimento dell'obbligo di adeguata verifica della clientela.


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