Secondo il presidente Inps la misura farebbe aumentare il livello di occupazione

di Gabriella Lax - Un salario minimo legale per tutti. Da un lato, questa proposta del presidente dell'Inps Tito Boeri, rilanciata nel corso di un convegno all'Arel, in un braccio di ferro col governo affinché sia introdotto un minimo salariale legale per tutti i lavoratori che sostituisca i contratti nazionali. Dall'altro, c'è l'esecutivo che non sembra ben disposto a discutere sulla tematica. Come il nostro Paese, in Europa, sono solo 5 gli Stati che non contemplano il minimo salariale e si tratta di Danimarca, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia.

Salario minimo legale: i vantaggi della proposta

L'ipotesi che il governo non prende in considerazione sarebbe quella di utilizzare la retribuzione oraria minima prevista per il contratto di prestazione occasionale, ossia 9 euro l'ora. Considerato che se si moltiplica questa cifra per le ore medie mensili (circa 170) si arriverebbe a un salario minimo di 1.530 euro, che è superiore a quello dei principali contratti nazionali.

La somma tiene conto del fatto che il contratto è breve e che non sono corrisposti altri istituti contrattuali come ferie, tredicesima e Tfr.

Era stato il Jobs act del governo Renzi ad introdurre la proposta di una sorta di salario minimo. Proprio su questo specifico punto la delega non è stata attuata.

Per il presidente dell'Inps questo tipo di riforma del sistema contrattuale potrebbe far aumentare il livello di occupazione, in un paese come il nostro che ha altissimi livelli di Neet e un bassissimo tasso di occupazione.

Si ricordi che, secondo i dati regionali Eurostat, l'Italia ha quattro tra le sei regioni europee con il più basso tasso di occupazione ossia Calabria, Sicilia, Campania e Puglia.

Come riporta la Repubblica, per Boeri andrebbe sostituito l'attuale sistema contrattuale su due livelli. A prenderne il posto «salario minimo orario legale che valga per tutti laddove le maglie della contrattazione non sono in grado di evitare che le persone vadano sotto alcuni livelli. Sarebbe un qualcosa che permette e stimola la migliore collocazione delle risorse eliminando le imprese a bassa competitività - e insiste il presidente - abbiamo dei profili salariali che gridano vendetta, si pagano le anzianità e non le competenze. È paradossale - dunque - che questo tema sia stato depennato».


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