Una apposita commissione del Miur stabilirà le linee guida entro la settimana per l'uso dei telefonini in classe. Proteste dei consumatori

di Gabriella Lax - Smartphone sì o smartphone no a scuola? Il sì arriva dalla ministra all'istruzione Valeria Fedeli. Un assenso importante da parte del membro dell'esecutivo che fa cadere un veto forse in antitesi coi tempi. L'anno scolastico è già iniziato in alcune regioni italiane, gli altri studenti torneranno sui banchi da qui a venerdì. E, proprio il prossimo venerdì, sarà una commissione ministeriale a stabilire le linee guida dell'utilizzo dei telefonini in classe. Ad annunciarlo è la stessa titolare del Miur che su Repubblica spiega: «Entro breve tempo avrò le risposte e le passerò con una circolare agli istituti».

Cellulari in classe per facilitare l'apprendimento

I cellulari si rivelano strumenti capaci di facilitare l'apprendimento, «una straordinaria opportunità che deve essere governata - chiarisce Fedeli - se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s'imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo. Questo vale anche a casa». Invece, se guidato «da un insegnante preparato e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare: internet. Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si faranno i fatti loro, sarà un nuovo strumento didattico - aggiunge la ministra - voglio studenti preparati. Ma c'è chi apprende in tre minuti e chi in una settimana: la scuola deve farsene carico e cercare di portare avanti tutta la classe».

Le necessità didattiche degli insegnanti sono alla base dell'intuizione della ministra. Ed i telefonini potrebbero tornare in aula a partire dalle classi delle scuole medie. Certo è che il tema sarà all'ordine del giorno dal prossimo 15 settembre e, in un mese e mezzo, bisognerà far chiarezza sull'utilizzo dei dispositivi personali di tutti gli studenti in classe, intervenendo sulle attuali circolari.

Telefonini in classe, le origini del divieto

Il divieto di tenere i telefonini in classe risale a dieci anni fa, quando il ministro all'istruzione Fioroni aveva emanato un comunicato per vietare l'uso del cellulare, ritenuto mezzo di distrazione per chi lo usa e per i compagni di classe. Nonché una grave mancanza di rispetto per il professore. D'altro canto, non si può negare che il cellulare è uno strumento molto utile in aula, considerate le sue funzioni infatti consente di spaziare in molte discipline.

Cellulari in classe, per Codacons è "una follia"

Di tutt'altro avviso, il Codacons che, in una nota a firma del presidente Carlo Rienzi, fa sapere «E' follia allo stato puro. Non capiamo se questa idea di consentire l'utilizzo dei telefonini in classe sia uno scherzo, una provocazione, o il frutto di un colpo di testa del Ministro». Al pari dei cellulari, «anche le sigarette o i prodotti alcolici fanno parte del mondo dei ragazzi: allora perché, seguendo il criterio del ministro, non consentire di fumare e bere durante le lezioni?» rincara Rienzi.

Si tratta, dunque, «di un provvedimento pericolosissimo, che rischia di portare i ragazzi alla perdita della capacità di pensare, leggere e scrivere in modo indipendente dai telefonini». Codacons affila i coltelli e il presidente aggiunge «se il ministro Fedeli consentirà l'ingresso degli smartphone nelle scuole, si assumerà le responsabilità penali delle conseguenze sulla salute degli studenti, ed invitiamo già da oggi i professori, se non vogliono rispondere dei danni arrecati agli alunni, a rifiutare categoricamente l'uso dei cellulari nelle scuole».


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