Con la completa attuazione del domicilio digitale si riceveranno via mail tutti gli atti della P.A.

di Lucia Izzo - Entro il 2019 dovremo dire addio all'ormai "obsoleto" indirizzo postale, per far spazio al più evoluto domicilio digitale: dal fisico si passerà all'online con la possibilità di ricevere via mail tutte le comunicazioni con la pubblica amministrazione, comprese anche le notifiche di multe, cartelle esattoriali e altri atti o comunicazioni.


Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare le modifiche contenute nel decreto legislativo correttivo del Codice dell'Amministrazione Digitale (CAD) in ottemperanza a quanto previsto dalla riforma Madia.

Lo schema di decreto (per approfondimenti: Riforma Pa: al via il domicilio digitale) va a sbloccare il domicilio digitale del cittadino stabilendo che questo possa coincidere, non solo, con un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC), bensì anche con qualunque altro servizio di comunicazione online scelto dal cittadino nel rispetto delle norme europee in materia di sicurezza digitale, ovverosia anche una semplice mail.


Il decreto istituisce anche la nuova figura del difensore civico per il digitale, istituito presso l'Agid: qiesti, in posizione di terzietà, autonomia e imparzialità, si occuperà di accogliere segnalazioni riguardanti la violazione del CAD e delle norme su digitalizzazione e innovazione.


Laddove ritenute fondate, il difensore inviterà il responsabile a rimediare tempestivamente (e comunque non oltre 30 giorni), segnalando altresì le inadempienze all'ufficio deputato a conoscere dei procedimenti disciplinari.

Multe, comunicazioni della P.A. e atti del fisco notificati via mail

In sostanza, con il nuovo domicilio digitale, gli atti delle pubbliche amministrazioni, fisco incluso, giungeranno con pieno valore legale presso la casella di posta elettronica eletta a proprio domicilio digitale. Quindi, ad esempio, la notifica di multe, altre sanzioni, atti amministrativi e giudiziari sarà validamente compiuta con l'invio del file presso la e-mail che funge da domicilio digitale del cittadino. Un meccanismo che realizza, di fatto, un rapporto tra P.A. e cittadini maggiormente diretto e trasparente.

La disciplina sul domicilio digitale subisce dunque una vistosa accelerazione, poiché giunge prima che vengano sbloccate appieno le funzionalità dell'Anagrafe unica della popolazione residente, ancora in fase di sviluppo.


Anche i cittadini, persone fisiche e soggetti privati, potranno dunque presto aggiungere il proprio all'elenco dei domicili digitali, posto che già da anni imprese e professionisti hanno attivato indirizzi digitali (Ini-pec e Indicepa) in risposta agli obblighi imposti dalla legge.


Gli utenti potranno presto attivare il nuovo domicilio, che fungerà da canale di comunicazione unico con le pubbliche amministrazioni, sicchè si potrà iniziare a delineare un elenco dei domicili digitali di persone fisiche e soggetti privati, aperto e liberamente consultabile, che si affiancherà a quello delle imprese e delle amministrazioni già esistenti.

Domicilio digitale: le fasi del progetto

Gli indirizzi di domicilio digitale saranno raccolti tramite tre diversi canali: portale web dedicato (a seguito di autenticazione via Spid o Cns), trasferimento nel registro apposito della Pec presente su Ini-Pec e dichiarazione del domicilio attraverso specifiche sezioni dei portali nazionali di servizi dedicati al cittadino (sempre a seguito di autenticazione federata via Spid o Cns).


Sono due i principali step che riguarderanno l'attivazione del domicilio digitale: entro dicembre verrà realizzata l'infrastruttura della base dati e il portale apposito attraverso cui realizzare la summenzionata comunicazione via Spid e Cns ed effettuare la consultazione.


Entro marzo 2018 circa, si realizzerà, invece, la seconda fase che prevede di introdurre servizi evoluti di consultazione per le pubbliche amministrazione, per i gestori di servizi pubblici e per gli operatori economici interessati.


Il domicilio digitale dovrebbe dunque essere a pieno regime entro il 2019. Nonostante per i costi di manutenzione ed erogazione del servizio si stima una spesa, tra 2018 e 2019, di circa 200mila euro, il domicilio digitale dovrebbe portare a circa 250 milioni di euro di risparmi l'anno: si tratta delle spese che riguardano i costi per le spese postali, ma anche quelli, sostenuti dalla P.A., "per produrre, conservare, trasmettere documenti cartacei", nonché altri costi, diretti (carta, toner, buste, etc.) e indiretti (costo del lavoro, tempo per attività manuali, tempo impiegato dal destinatario in caso di assenza per recuperare una raccomandata, etc.).


Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: