La richiesta è stata formulata dall'Aran ai sindacati nell'ambito delle trattative per il rinnovo del contratto degli statali

di Gabriella Lax - Servirà un preavviso di tre giorni per richiedere i permessi legati alla legge 104 per assistere i familiari disabili o per la donazione di sangue. Questa la richiesta dell'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) ai sindacati per il rinnovo del contratto degli statali. Ieri, nel corso di un incontro con le organizzazioni di categoria dei dipendenti della Pa, l'Aran ha evidenziato la necessità di stabilire un limite temporale per inviare le richieste: tre giorni lavorativi di preavviso per potersi assentare, eccetto, naturalmente, casi più gravi e urgenze da comunicare, come accade adesso, anche il giorno stesso.

Permessi legge 104 con preavviso per migliorare l'organizzazione

L'obiettivo del preavviso è la garanzia di migliorare la funzionalità degli uffici e l'organizzazione dell'attività amministrativa e fare in modo che vi si possa ricorrere in casi di urgenza o necessità. L'idea è successiva ad un atto di indirizzo della ministra Marianna Madia nato con lo scopo di fare ordine e impedire gli abusi, in modo tale da bilanciare da un lato il legittimo diritto dei dipendenti con le esigenze di funzionalità degli uffici, dall'altro. Attualmente le regole sul preavviso sono generiche, si rifanno ad una circolare ministeriale del 2010, in cui si specifica, salvo emergenze, che serve un "congruo anticipo" per comunicare l'assenza.

Come riporta Repubblica, per l'Aran sarebbe «opportuno stabilire anche la possibilità di programmazione mensile della fruizione dei permessi». Quindi sia per quelli legati alla legge 104

, sia quelli per la donazione del sangue o del midollo osseo. Resterebbe la possibilità di ridurre il periodo di preavviso, «in caso di modifica del giorno già comunicato, ovvero nei casi di particolare e comprovata urgenza e necessità». Ben salda dunque la clausola che guarda alla tutela del diritto alla salute, per dare un margine di flessibilità, rispetto a quella che sarebbe la norma generale, a chi ha difficoltà peculiari e certificate.


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